Forse sarà il procedimento più celere che si celebrerà a Foggia: poco più di 2 anni per completare il nuovo palazzo di Giustizia che – dopo il trasloco dall’attuale largo Giovanni Paolo II in viale Primo Maggio – troverà una avveniristica realizzazione, passando da uffici “spiaggiati” come cetacei in toga, a una torre (la Themis Tower) da 20 piani che ospiterà gli uffici e gli archivi, le aule giudiziarie, la mensa, un grande parcheggio multipiano, le sale presidenziali e l’agorà della socializzazione, perché come ha sottolineato il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, «È un palazzo che vuole stare tra la gente, non per aprire un dialogo ma per parlare la stessa lingua».
Quasi 70 milioni di euro -su progetto dell’architetto Cesare Corfone, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Foggia e già direttore dei lavori per il progetto “Arpinarts” con importanti interventi strutturali all’antico complesso conventuale di Santa Chiara – per il corso accelerato di lingua per un progetto «Importante non solo per la Giustizia, ma per tutto il territorio della Puglia», sottolinea ancora Sisto che poi non si sbilancia sulla questione della riapertura dei tribunali in Capitanata.
«Il governo è attento agli appelli che arrivano dal territorio, ma bisogna ragionare in una visione nazionale e non pretendere di avere il tribunale sotto casa. È una questione d’affrontare con una riflessione ordinata e organica». Intanto, c’è tempo per parlare della futura geografia giudiziaria, per adesso si parte da un dato di fatto: la firma del protocollo avvenuta ieri mattina nell’aula della Corte d’Appello del tribunale di Foggia. In calce al documento le firme per il Ministero della Giustizia del viceministro Sisto e del direttore generale Massimo Orlando. a cui hanno fatto seguito quelle di Francesco Cassano, per la Corte di Appello di Bari, e per la Procura generale di Bari, Angela Tomasicchio, mentre hanno firmato per il Tribunale di Foggia il presidente Sebastiano Gentile e per la Procura della Repubblica di Foggia il procuratore Ludovico Vaccaro. Infine, le firme per l’Agenzia del Demanio del direttore Alessandra dal Verme e per il Comune di Foggia il commissario prefettizio Vincenzo Cardellicchio.
«Non basterà un nuov ambiente di lavoro, più funzionale e accogliente per risolvere i problemi della carenza di personale, ma mi rendo conto che la mia visione non è sulla stessa linea delle intenzioni governative. Eppure dobbiamo insistere per avere più strutture ma anche più magistrati e più personale amministrativo», ha evidenziato il procuratore Vaccaro al termine della manifestazione. Foggia aspetta un altro “miracolo”, per la giustizia non sia solo un fatto di facciate e torri.