Si chiama “Domenica in cantiere” l’iniziativa promossa da don Carmine Catalano, parroco della chiesa dei santi Biagio e Francesco di Canosa di Puglia inaccessibile dal novembre scorso per i lavori di ristrutturazione che dureranno per almeno altri 18 mesi.
I fedeli vi accedono indossando un casco protettivo – tornando così in un “luogo del cuore” in cui sono stati battezzati o hanno giurato amore eterno davanti a Dio – destreggiandosi tra le impalcature.
Il cantiere è diventato un via vai di fedeli che, attenti e con in testa i caschetti gialli o rossi, ascoltano le parole di una guida che racconta cosa è stato fatto finora.
«I lavori realizzati fino a questo momento sono il 30 per cento del totale – spiega don Carmine – e sono stati finanziati per il 70 per cento grazie all’8 per mille della Cei, la Conferenza episcopale italiana».
La visita tra impalcature e foto che narrano il passato e il presente della parrocchia, è stata suddivisa in quattro turni: l’ultimo è fissato per le 21 di oggi. «Abbiamo deciso di soddisfare la curiosità dei parrocchiani che volevano rivedere la loro chiesa, aprendo le porte del cantiere, ma vogliamo anche sensibilizzarli a darci una mano perché c’è ancora molto da fare», afferma don Carmine.
Per raccogliere fondi, in occasione della festa della mamma, è stato realizzato un mercatino con dolci, borse e pochette creati dai bimbi e ragazzi della parrocchia per le loro mamme.
«Il ricavato sarà devoluto completamente alla chiesa e contribuirà al suo restauro», dice Giada che si sta occupando della vendita dei prodotti. «È una emozione che non riesco a spiegare: io sono nata in questa chiesa e la ricordo benissimo. Vedendola così mi sta emozionando e spero che tra due anni tornerà al suo splendore», dichiara Francesca, elegante nel suo tailleur blu mentre mantiene il casco. «Qui sono stato battezzato e io e mia moglie abbiamo celebrato il nostro 25esimo anniversario di matrimonio. Vedere le impalcature mi fa tanta tenerezza. Spero che i lavori terminino presto», aggiunge un altro parrocchiano.
«I tempi sono lunghi e abbiamo bisogno del sostegno di tutti», conclude don Carmine.