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La Capitanata da bere: il “Nero di Troia” vince e convince in Europa. Premi in Germania e Francia

Il Nero di Troia non è più la cenerentola dei vitigni pugliesi doc, anzi è sempre più il vino di punta. Un'ulteriore conferma di quanto sia sempre più apprezzato il vino caratteristico del Tavoliere è giunta da Prowein, l’importante fiera vinicola svoltasi a Dusseldorf in Germania. «Il Nero di Troia si va sempre più affermando…

Il Nero di Troia non è più la cenerentola dei vitigni pugliesi doc, anzi è sempre più il vino di punta. Un’ulteriore conferma di quanto sia sempre più apprezzato il vino caratteristico del Tavoliere è giunta da Prowein, l’importante fiera vinicola svoltasi a Dusseldorf in Germania. «Il Nero di Troia si va sempre più affermando per la sua eleganza, la caratteristica che lo differenzia dagli altri vini pugliesi», afferma Luigi Di Tuccio, a capo di Antica Enotria, un’azienda biologica al centro delle campagne di Cerignola. Insieme ad Antica Enotria, in Germania il Nero di Troia di Capitanata si è presentato schierando alcune delle aziende principali come Alberto Longo di Lucera e vini Caiaffa sempre di Cerignola. Così come la Regione Puglia ha contribuito a promuovere il vino tipico del nord della Puglia con un evento di degustazione per buyer e stakeholder dall’evocativo titolo “This is non nero”.

Anche in Francia le bottiglie di Nero di Troia si sono affermate con una competizione che ha assunto le sembianze di un derby, visto che sui gradini più alti del podio, nella categoria rosati, si sono piazzate due aziende daunIe. Ad ottenere la medaglia d’argento al concorso mondiale dei vini rosè, svoltosi a Montpellier, è stato il Nero di Troia rosato di Mandwinery, prodotto con l’etichetta Bisciù. Un concorso dove la giovane azienda Mandwinery ha dovuto competere con la più blasonata Borgo Turrito di Borgo Incoronata che, sempre con un Nero di Troia in purezza rosato, ha sbaragliato i concorrenti aggiudicandosi la medaglia d’oro, affermandosi con Calarosa quale miglior rosato in concorso.

Grandi riconoscimenti, quindi, che vanno sostenuti anche dalle Istituzioni, visto che il Nero di Troia si pone, insieme ad altre pochi prodotti tipici di qualità, come uno strumento per promuovere tutto il territorio. «È necessario portare in Capitanata compratori e anche la stampa», sottolinea Di Tuccio.

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