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La beffa dei risarcimenti al Tamburi. Persi 5 milioni: «Colpa di Giorgetti»

Non c'è pace per i residenti del quartiere Tamburi di Taranto, passato alla storia come il quartiere più inquinato d'Europa. Lì dove le case ormai non si vendono più e fino a pochi giorni fa durante i wind days, i giorni di vento da nord-ovest, le scuole chiudevano prima e i residenti erano costretti da…

Non c’è pace per i residenti del quartiere Tamburi di Taranto, passato alla storia come il quartiere più inquinato d’Europa. Lì dove le case ormai non si vendono più e fino a pochi giorni fa durante i wind days, i giorni di vento da nord-ovest, le scuole chiudevano prima e i residenti erano costretti da un’ordinanza a tapparsi in casa e chiudere le finestre per evitare il contatto con le polveri del siderurgico, tardano ad arrivare perfino i risarcimenti simbolici per i proprietari delle abitazioni danneggiate da decenni di inquinamento.

Con un provvedimento di Ubaldo Pagano, parlamentare del Pd, era stato previsto un ristoro per i proprietari delle case danneggiate dalle polveri dell’Ilva. Ora si scopre che a causa della lentezza dei burocrati del ministero dello Sviluppo economico, due terzi delle risorse, circa cinque milioni di euro, sono già andati in fumo. A renderlo noto è lo stesso parlamentare, che ieri è tornato nel quartiere simbolo della lotta all’inquinamento e ha fatto visita anche al famoso Mini bar, il piccolo bar in piazza Gesù Divin lavoratore tanto caro alla “iena” Nadia Toffa, scomparsa ad agosto 2019.

«Il mio emendamento pensato per dare un ristoro ai proprietari di immobili del rione Tamburi danneggiati dall’inquinamento, giace senza effetto alcuno», dice Pagano. Approvato in commissione Bilancio, il testo necessitava di un decreto attuativo del ministero entro 60 giorni. È passato un anno e di quel decreto neanche l’ombra. «Così dei 7,5 milioni di euro, i cinque stanziati per il 2021 sono andati persi. Ora bisogna cercare di salvare i due milioni e mezzo per il 2022». Va detto per completezza che l’emendamento, nella sua versione originaria, prevedeva l’adozione di un decreto attuativo da parte del ministero dell’Economia. In fase di esame, il ministero dello Sviluppo Economico ha avocato a sé il decreto attuativo, ritenendo la questione di sua competenza, «salvo poi lasciare che il tutto rimanesse lettera morta». spiega Pagano.

L’inerzia del Mise ha determinato la perdita di due terzi delle risorse. «Ho scoperto lo spreco – prosegue l’onorevole Pagano – prendendo visione qualche giorno fa di una bozza del decreto attuativo attualmente in elaborazione da parte del ministero dello Sviluppo Economico. Considero la responsabilità politica del ministro Giancarlo Giorgetti enorme e inaccettabile soprattutto perché riversa i suoi riflessi negativi su una comunità estremamente ferita sotto diversi punti di vista». E dove politica e burocrazia falliscono, per una volta è stata più tempestiva la magistratura. A luglio il giudice Raffaele Viglione ha condannato ex proprietari e dirigenti dello stabilimento a risarcire con 13 milioni di euro il Comune per l’inquinamento da polveri.

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