Irregolarità al concorsone di Lecce? «Disparità di trattamento. Va annullato»

L’opposizione di centrodestra di Palazzo Carafa chiede l’annullamento del concorsone alla luce delle presunte irregolarità denunciate da uno dei concorsisti durante i lavori dell’undicesima Commissione Controllo presieduta dal consigliere Gianpaolo Scorrano.

Antonio Papa, partecipante alla prima prova e risultato idoneo, ha parlato anche a nome di altri concorsisti. «La Commissione afferma che a tutti i concorrenti è stata applicata parità di trattamento nello svolgimento delle prove. Non sono d’accordo. C’è stata disparità di trattamento. Soprattutto nelle domande d’inglese le opzioni di scelta dovevano essere poste in modo tale da rendere inequivocabile l’identificazione della domanda corretta da parte di chi conosce la lingua inglese. Invece si è penalizzato proprio chi la lingua inglese la conosce in modo più approfondito ed è stato in grado di identificare le risposte corrette che, tuttavia, dai criteri utilizzati dal software della società che gestisce il concorso, venivano riconosciute come errate», ha affermato Papa.

Per la maggioranza sono intervenuti i consiglieri Giulio Mele e Giovanni Occhineri che hanno invitato il concorsista a ricorrere al Tar. «Credo che sia più opportuno, oltre che doveroso, per l’amministrazione, procedere ad annullare il concorso in autotutela, una volta appurata la veridicità delle criticità esposte oggi in commissione», ribatte il consigliere Gianpaolo Scorrano. «Se questo non dovesse accadere, invito tutti i partecipanti al concorso a riunirsi in una class action per tutelare i propri diritti, ingiustamente negati, nelle sedi giudiziarie competenti», incalza il presidente dell’undicesima commissione Controllo.

Nel mirino di Scorrano la mancata comunicazione del peso delle risposte delle cosiddette “Soft Skills” che, non prevedendo alcuna penalità in caso di risposta sbagliata ha, secondo lui, condizionato l’esito della prova per centinaia di concorsisti. «Il fatto più grave è proprio questo. Ma non solo. I partecipanti erano seduti tutti uno accanto all’altro, senza alcun criterio prestabilito: amici, fidanzati, fratelli, sorelle e chi più ne ha più ne metta. Avevano tutti le medesime domande, consentendo così a chi si era organizzato di poter confrontarsi o, addirittura, di copiare», accusa Scorrano.

«Nonostante all’inizio delle prove fosse stato precisato che chi avesse finito prima i quiz non si sarebbe potuto alzare dal proprio posto per andarsene, così non è stato, creando una confusione tale da pregiudicare il lavoro di chi cercava disperatamente di concentrarsi», spiega il consigliere. «Alcune risposte, inoltre, sembrerebbero non essere giudicate in maniera corretta, nel senso che la risposta considerata esatta dalla piattaforma non sarebbe in realtà quella giusta, ovvero non sarebbe solo quella. Insomma, ci sono tutti i presupposti per richiedere l’annullamento delle prove, cosa che il concorsista intende chiedere immediatamente all’amministrazione», conclude Scorrano.

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