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Intossicazioni da funghi spontanei, l’Asl Brindisi mette in guardia i cittadini: «Fateli analizzare sempre»

A seguito dei recenti episodi di intossicazione dovuti al consumo di funghi spontanei – che hanno portato anche al decesso di una 80enne a Ostuni – l’Asl Brindisi invita i cittadini ad adottare «comportamenti prudenti e consapevoli» evitando di raccogliere funghi se non si ha «un’adeguata conoscenza delle specie commestibili e tossiche».

L’azienda sanitaria ricorda che, tra i casi più gravi, si segnalano due episodi di «intossicazione nefrotossica dovuti al consumo di Amanita ovoidea, fungo bianco e carnoso conosciuto localmente come “farinaccio“, oggi certificato come tossico per l’apparato renale». Altri casi, poi, hanno riguardato «funghi denominati in modo generico “amarieddi“, “asquanti” o “mucchiarieddi“, appartenenti a specie del genere Lactarius potenzialmente pericolose per l’apparato gastroenterico». Non mancano, infine, intossicazioni legate a errori di identificazione: «Funghi ordinari, come il Clitocybe nebularis, possono essere confusi con funghi altamente tossici quali l’Entoloma lividum, responsabile di gravi sindromi gastrointestinali», sottolineano dall’Asl Brindisi, evidenziando, infine, che «anche i funghi sicuramente commestibili possono causare disturbi se cotti in modo insufficiente, mal conservati o consumati in grandi quantità».

In una nota, il Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione diretto da Liborio Rainò, mette in guardia: «Non esistono metodi casalinghi o “prove” affidabili per distinguere un fungo commestibile da uno velenoso. L’unica forma di prevenzione efficace è la conoscenza, che si acquisisce attraverso i corsi di formazione micologica necessari per il rilascio del permesso regionale di raccolta».

L’Asl Brindisi invita, dunque, tutti i cittadini a far esaminare sempre i funghi raccolti dagli esperti micologi del Centro di controllo micologico aziendale, servizio gratuito e attivo secondo il calendario disponibile presso i Comuni e gli Uffici sanitari territoriali.

«È importante ricordare – prosegue la nota – che anche l’acquisto di funghi da venditori o raccoglitori professionali deve avvenire solo in presenza del certificato di commestibilità rilasciato dai micologi della Asl, obbligatoriamente esposto. Bisogna, quindi, consumare solo funghi spontanei certificati dal micologo e in buono stato di conservazione; cuocere i funghi a lungo (almeno 25-30 minuti), preferibilmente in umido; consumare quantità moderate, evitando pasti ripetuti a base di funghi; evitare il consumo in soggetti sensibili (anziani, bambini, donne in gravidanza); non affidarsi alle credenze popolari o a metodi empirici di riconoscimento; frequentare corsi di formazione micologica di base organizzati dai Comuni o dalle associazioni di settore», conclude l’Asl Brindisi.

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