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Intesa Sanpaolo premia le Imprese vincenti di Puglia e Basilicata. Export in crescita

Dieci aziende di Puglia, Basilicata e Molise saranno premiate, stasera, nel corso della quinta edizione di Imprese vincenti, il programma di Intesa Sanpaolo che ha l'obiettivo di valorizzare le pmi che rappresentano un esempio di eccellenza imprenditoriale e del made in Italy. Le imprese premiate Le imprese sono la Planetek Italia di Bari per il…

Dieci aziende di Puglia, Basilicata e Molise saranno premiate, stasera, nel corso della quinta edizione di Imprese vincenti, il programma di Intesa Sanpaolo che ha l’obiettivo di valorizzare le pmi che rappresentano un esempio di eccellenza imprenditoriale e del made in Italy.

Le imprese premiate

Le imprese sono la Planetek Italia di Bari per il settore aerospazio; la Fiore di Puglia di Corato per il comparto alimentare; la Lab Instruments di Castellana Grotte per il comparto chimica; la N&B Natural is better di Martano per il settore cosmetica e integratori; la Lux Impianti di Tramutola per l’elettromeccanica; la Niteko di Montemesola che si occupa di sistemi di illuminazione; la Magel di Rutigliano per l’industria manifatturiera; la Aumatech di San Salvo per la meccanica; la Sps Manifatture di Collepasso per la moda e l’abbigliamento; la South Energy di Ostuni per i servizi energetici.

Export in crescita: nel 2023 è aumentato del 3,5% fino a quota 14,3 miliardi di euro

In occasione di Imprese vincenti, Intesa Sanpaolo ha diffuso uno studio realizzato dal proprio Dipartimento ricerche da cui emerge che le piccole e medie imprese registrano risultati positivi sui mercati internazionali.

Nel 2023 i valori dell’export nelle regioni Puglia, Basilicata e Molise sono aumentati del 3,5%, attestandosi a quota 14,3 miliardi di euro. Un elevato contributo viene dalla Puglia (oltre 10 miliardi di euro di export) che vede ai primi posti per vendite all’estero i settori agro-alimentare, automotive e meccanica, seguiti da farmaceutica, gomma e plastica, moda, legno-arredo, aerospazio, chimica.

I tre territori analizzati rientrano nella direzione regionale di Intesa Sanpaolo guidata da Alessandra Modenese.

Nel 2023 le esportazioni della Basilicata hanno sfiorato i 3 miliardi di euro, con un peso importante dei flussi del settore automotive, mentre l’export del Molise è salito a quota 1,2 miliardi grazie al balzo registrato da chimica, automotive e agro-alimentare. Alla buona dinamica dell’economia italiana ha contribuito anche la forte ripresa degli investimenti che tra il 2016 e il 2023 hanno registrato un aumento pari al 35,7% a prezzi costanti in Italia (+20,2% per la Basilicata, +40,7% per la Puglia, +50,8% per il Molise).

«Investire in sostenibilità conviene»

Dalla ricerca, inoltre, emerge che i ritorni degli investimenti in sostenibilità e in tecnologia sono rilevanti.

Tra le imprese manifatturiere di Basilicata, Molise e Puglia a più elevata marginalità unitaria (quelle cioè posizionate nel miglior 25% per Ebitda margin sia nel 2019 sia nel 2022) la quota di aziende che utilizza impianti di autoproduzione di energia è più alta e pari al 23,8%; nel resto del tessuto produttivo ci si ferma al 14,5%.

Conferme dell’importanza delle leve immateriali emergono osservando le performance delle imprese con brevetti o certificazioni. Tra le imprese manifatturiere pugliesi con brevetti, l’Ebitda margin nel 2022 è stato pari al 12,6%, quasi cinque punti percentuali in più rispetto alle altre imprese; chi aveva invece in portafoglio certificati ambientali ha registrato una crescita del fatturato del 35,7% tra il 2019 e il 2022, una performance decisamente superiore rispetto al +27,9% di chi era privo di certificazioni.

Secondo i dati dell’ultimo censimento permanente Istat, sono ampi i margini di miglioramento per il nostro tessuto economico: basti pensare che nel biennio 2021-2022 solo il 5,7% delle imprese italiane con almeno 3 addetti ha utilizzato fonti energetiche rinnovabili (Fer; questa percentuale è pari al 6,1% nel Mezzogiorno).

Questi risultati scontano soprattutto la bassa diffusione di impianti di autoproduzione tra le imprese più piccole: nelle aziende con 3-9 addetti l’utilizzo delle Fer si ferma al 4%; la percentuale sale, ma resta comunque sotto il 50%, tra le imprese con almeno 250 addetti, dove si arriva al 33,6% nel totale economia.

La sfide tecnologica e green che le imprese hanno di fronte possono essere affrontate solo con capitale umano qualificato.

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