Incendio a Castel del Monte: «I responsabili dovranno pagare»

«Dobbiamo sperare che quanto accaduto sabato scorso ai piedi di Castel del Monte non accada mai più», vanno giù duro dalle Associazioni Unibat con il presidente Savino Montaruli e dal Comitato Libero Agricoltori Andria con il segretario Natale Zagaria che aggiungono: «È stato straziante vedere bruciare intere estensioni di macchia mediterranea. Il fuoco avrebbe distrutto quasi 150 ettari tra foresta e pascolo ed ha messo seriamente a rischio l’intera pineta che circonda il Maniero federiciano. L’evacuazione dei turisti che stavano visitando il Castello. L’evacuazione dei luoghi di attrattiva turistica, di attività di somministrazione di alimenti, pasti e bevande e delle dimore private ha rappresentato l’ulteriore danno economico e psicologico con gravissime ripercussioni sull’immagine del Castello e della già martoriata e tribolata città di Andria. Danni che continuano ancora oggi a far sentire il loro peso ma che nessuno risarcirà. È disarmante stare qui a chiedersi ancora: perché è accaduto tutto questo? Sono state rispettate le disposizioni in materia di prevenzione in quei campi andati a fuoco? Chi aveva il compito di farlo, specie perché trattasi di luogo sensibile, ha vigilato? Ha controllato che le ordinanze in vigore fossero state rispettate? E le fasce antincendio, quelle di protezione obbligatoria, sono state verificate? Era tutto in regola? Abbiamo appreso che sarebbe stato aperto un fascicolo presso la Procura della Repubblica al Tribunale di Trani: siamo sicuri, anzi siamo certi, che si indagherà non solo per punire gli eventuali autori di incendio qualora fosse stato doloso ma anche coloro che avrebbero dovuto vigilare affinché fossero attuate tutte quelle forme di prevenzione e di protezione che avrebbero dovuto impedire che quell’incendio si propagasse in quel modo, come purtroppo è accaduto. La propaganda, le lavate di coscienza tipiche di chi non voglia guardare in faccia la realtà, in tutto questo dramma davvero ci sembrano fuori luogo» concludono i due attivisti sociali andriesi.

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