La Fondazione Cesvi per rispondere «al peggioramento del benessere dei minori e all’aumento del rischio maltrattamento causati dalle crisi degli ultimi anni» ha portato anche in Italia le Case del Sorriso, spazi per la tutela dell’infanzia operativi da anni in Brasile, ad Haiti, in India, Sudafrica, Perù e Zimbabwe.
La prima struttura italiana è stata inaugurata a Bari ed è dedicata alla prevenzione e al contrasto di trascuratezza, povertà e maltrattamento infantile.
Rientra nel Programma internazionale per l’infanzia di Fondazione Cesvi, che prevede l’attivazione di cinque Case del Sorriso sul territorio italiano: altre due saranno a Milano, una a Napoli e un’altra a Siracusa.
Nei primi sei mesi del 2022, l’organizzazione ha sostenuto 1.303 beneficiari, accompagnando 291 madri e padri in percorsi di genitorialità. La prima Casa del Sorriso inaugurata a Bari, si trova nel quartiere San Paolo ed è uno spazio multifunzionale che concilia attività di sostegno psicologico, ascolto e orientamento, supporto alla genitorialità, proposte sportive e ludiche, contrasto alla povertà educativa.
«Al taglio del nastro anche Amadeus – spiega in una nota l’organizzazione -, dopo che gli ospiti della trasmissione “I soliti ignoti” di Rai1 hanno destinato oltre 500mila euro ai progetti per l’infanzia di Fondazione Cesvi e con il sostegno di Rai per la sostenibilità Esg».
«Ormai da anni, Cesvi ha intensificato l’impegno a favore dei minori in difficoltà in Italia. Portando nel nostro Paese le Case del Sorriso, frutto dell’esperienza consolidata nel mondo, vogliamo contribuire alla lotta alla povertà, al maltrattamento, a trascuratezza e dispersione scolastica, incentivando i bambini in situazioni di vulnerabilità a realizzare le proprie ambizioni. Il maltrattamento all’infanzia è un problema tanto diffuso quanto poco conosciuto, basti pensare che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che per ogni caso denunciato altri nove non vengano alla luce. Con le Case del Sorriso intendiamo sostenere i bambini, le famiglie e le comunità, attivando un circolo virtuoso che porti con sé tutela e prevenzione», dice Roberto Vignola, vicedirettore generale di Fondazione Cesvi.