In Puglia un progetto di antimafia sociale rivolto ai giovani. Emiliano: «Per sconfiggere la criminalità non bastano i processi»

La Regione Puglia, con la fondazione “Stefano Fumarulo”, promuove un progetto di antimafia sociale per rafforzare la lotta non repressiva alla criminalità mafiosa e organizzata e, più in generale, a contrastare la mentalità mafiosa.

La Giunta regionale ha approvato finanziamenti per 429mila euro per realizzare, tra l’altro, l’analisi sociologica del fenomeno mafioso e criminale in Puglia e la sua evoluzione; lo studio e la ricerca documentale su vittime innocenti di mafia pugliesi; la sistematizzazione digitale del materiale di ricerca; interviste e realizzazioni audio-video. L’iniziativa intende realizzare una serie di azioni per praticare la memoria come impegno civico, ricordare le vittime innocenti delle mafie anche in chiave pedagogica e formativa per le giovani generazioni, nella convinzione che l’educazione alla legalità debba partire fin da piccoli ed essere uno degli obiettivi di istituzioni, associazioni e cittadini.

L’obiettivo è far conoscere le storie pugliesi di antimafia che saranno raccontate in un contesto aperto e disponibile in ogni momento, grazie all’immediatezza del linguaggio audiovisivo e delle tecnologie attuali, affinché diventino stimolo e simbolo di consapevolezza per la comunità.

Il progetto “Storie di antimafia in Puglia” è stato presentato questa mattina durante una seduta straordinaria della Giunta regionale: «Questa giornata – ha detto per l’occasione il presidente della Regione Michele Emiliano -, in Puglia, ha una particolare importanza perché nella strage di Capaci sono morti con Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Vito Schifani anche due cittadini pugliesi, gli agenti della scorta Antonio Montinaro e Rocco Dicillo. Due regioni, la Sicilia e la Puglia, da quel giorno si sono unite in un vincolo indissolubile di dolore e al tempo stesso di speranza».

Alla presentazione, oltre agli assessori regionali, sindaci e studenti, ha partecipato anche Tilde Montinaro, sorella dell’agente di scorta Antonio Montinaro.

«Da quel 23 maggio – ha aggiunto Emiliano – un Paese intero si è riconosciuto dalla parte giusta. Dopo questo evento tutto ciò che probabilmente abbiamo dimenticato, e cioè quella divisione che aveva reso più difficile la lotta alla mafia, fu riunificato dalla morte di Giovanni Falcone e poi di Paolo Borsellino. L’antimafia sociale – ha concluso – nasce in Italia proprio da un’intuizione di Giovanni Falcone e anche di Paolo. Erano entrambi consapevoli che non era sufficiente fare solo processi per sconfiggere la mafia, ma occorreva altro».

La Puglia è l’unica regione che si è dotata di un Testo unico in materia di legalità, regolarità amministrativa e sicurezza, e di un piano triennale che programma le attività in questo settore, il Piano triennale di prevenzione della criminalità e per il rafforzamento della responsabilità sociale 2019- 2021, oltre che di uno specifico strumento di programmazione in difesa dei migranti e degli sfruttati, ovvero il Piano Regionale Politiche per le Migrazioni 2021/2023.

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