Sono ai nastri di partenza, in Basilicata, cinque progetti “no oil” con l’obiettivo di promuovere la transazione energetica e l’economia circolare nella regione.
Ammonta a 32 milioni di euro l’investimento complessivo previsto nell’ambito dell’accordo tra la Regione, Eni e Shell per la realizzazione di progetti che puntano contrarre la perdita di capitale umano della regione, favorire la transizione all’economia della conoscenza, acquisire e generare tecnologie abilitanti capaci di accompagnare nel lungo periodo lo sviluppo regionale nella dimensione della transizione, promuovere lo sviluppo di know-how caratterizzati da potenziali mercati di riferimento.
Si tratta di interventi mirati in settori specifici che, come spiega il presidente della Regione, Vito Bardi, «si realizzeranno con una certa rapidità e contengono una filiera di formazione, sviluppo di competenze e prospettive di lavoro, soprattutto per i giovani lucani».
Nel dettaglio, cinque milioni saranno impiegati per la mobilità elettrica, per installare colonnine elettriche in tutti i comuni della Basilicata; quattro milioni saranno destinati a un incubatore di imprese con il management delle compagnie petrolifere; otto milioni per la produzione di biometano dallo scarto agricolo; 12 per produrre olio vegetale a fini energetici e tre milioni per i processi di rigenerazione urbana sostenibile.
«È una cifra importante – ha evidenziato Bardi – e indispensabile per il futuro della Regione, ed è solo il primo passo, avendo ancora altre risorse disponibili. Il nostro territorio non è solo fossile, stiamo dimostrando di voler utilizzare forme alternative per rendere green la Basilicata, seguendo le indicazioni dell’Europa, per fare della regione un punto di riferimento per tutti».