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In America da sette anni per curarsi, Selvaggia Lucarelli chiede di far chiarezza sui soldi della ragazza pugliese

La storia di Giorgia, oggi 14enne, e di sua madre Elisa Barone, finisce in un post della giornalista Selvaggia Lucarelli. Ma, stavolta, le condizioni di salute della adolescente salentina, affetta da una malattia rarissima all’apparato digerente che la costringe a vivere da 7 anni in America perchè in Italia le speranze di cura e di…

La storia di Giorgia, oggi 14enne, e di sua madre Elisa Barone, finisce in un post della giornalista Selvaggia Lucarelli. Ma, stavolta, le condizioni di salute della adolescente salentina, affetta da una malattia rarissima all’apparato digerente che la costringe a vivere da 7 anni in America perchè in Italia le speranze di cura e di sopravvivenza all’epoca erano pari a zero, non sono l’argomento principale. La Lucarelli solleva forti dubbi sull’opportunità che la 14enne continui ad affidarsi alle cure dei medici americani piuttosto che italiani e mette in guardia la Asl di Lecce perchè vigili sulla reale necessità che la nostra sanità continui a sborsare milioni e milioni di euro per la ragazzina e la sua famiglia. Per usare una espressione calcistica, ha tutta l’aria di un “intervento a gambe unite” il post della giornalista che scaturirebbe da un “equivoco” su una intervista mai concessa da Elisa Barone, madre di Giorgia.


“In pratica, ha paura di dover dare spiegazioni sull’enorme giro di soldi che le sta intorno e sulla situazione della figlia” afferma la Lucarelli nel suo lungo intervento sui social. “La signora si è trasferita in America sette anni fa per le cure alla bambina (che ha subito un trapianto), negli anni le ragioni per cui dovrebbe rimanere a vivere lì con la bimba e l’altro figlio si sono fatte sempre più confuse. Ad ogni modo, la signora ha continuato a chiedere soldi ai suoi follower ininterrottamente per anni, lamentandosi con governo e regione perché non facevano mai abbastanza per lei, piagnucolando in dirette infinite, usando l’immagine della figlia malata su ogni social, finché qualcuno non è andato a spulciare nei documenti pubblici e ha scoperto che la signora di soldi ne ha avuti e ne riceve in quantità mostruosa. Dal pubblico e dal privato. Vitto e alloggio sono a carico della Asl Puglia fino ad un massimo di 9.000 euro al mese. La stessa Asl paga l’assicurazione sanitaria per la madre e per il figlio Jody per un totale di 22.000 euro all’anno. Tutte le spese milionarie per la figlia Giorgia sono pagate direttamente al Children Hospital di Pittsburgh sempre dalla Asl”.


Ma i conti della Lucarelli non si fermano qui. “I figli hanno frequentato solo prestigiose e costosissime scuole private in America per circa 20 mila dollari a testa all’anno, pur avendo diritto alla scuola pubblica. Per dire, il liceo di Jody è costato come costerebbe l’università e se la madre avesse risparmiato, ora non dovrebbe chiedere soldi ai generosi follower per mandarlo al college. Tutte le spese mediche di Giorgia sono, ovviamente, pagate dalla Asl Puglia (il conto ad agosto 2021 superava gli 8 milioni di dollari). Sia ben chiaro: i costi della sanità americana sono altissimi. Ma rimane il fatto che la Regione ha sborsato cifre astronomiche, che la signora conosce bene”.


Non si è fatta attendere la replica della Regione Puglia e della Asl Lecce in una nota congiunta dell’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, del direttore del Dipartimento al ramo, Vito Montanaro, del direttore generale della Asl Lecce, Stefano Rossi, e del coordinatore del Centro Regionale Trapianti, Loreto Gesualdo.
“Il sistema sanitario regionale pugliese nel 2014 si trova ad affrontare il caso di una bambina di 7 anni affetta dalla sindrome di Berdon, una malattia genetica rarissima che compromette la funzionalità dell’apparato gastrointestinale, che richiede un trapianto multiviscerale: fegato, stomaco, pancreas ed intestino. La complessità del caso richiedeva l’identificazione di un centro altamente specializzato nel campo trapianto multiviscerale e, tra questi, il Children Hospital dell’Università di Pittsburgh risultava essere un centro di riferimento mondiale per genere di interventi, ancor più delicato nel caso specifico trattandosi di una bambina. All’epoca i trapianti di questo tipo in Italia non venivano eseguiti e, comunque, la complessità del caso non era gestibile nel nostro Paese, ma solo in pochissimi centri al mondo. Tutto quello che andava fatto dal punto di vista sanitario per salvare la vita della bambina – si legge ancora nella nota – è stato fatto, da parte della Asl e della Regione Puglia nel rispetto delle norme. E questo per noi tutti è un punto di orgoglio. Si aggiunga che nei casi di cure all’estero le procedure prevedono la verifica delle spese sanitarie sostenute, con relativa documentazione e verifica della congruità di quanto dichiarato. La bambina ha ricevuto solo il trapianto di intestino che ha presentato poi diverse complicanze che hanno necessitato di ulteriori interventi chirurgici, l’ultimo del quale è programmato nelle prossime settimane. La Asl di Lecce insieme al Centro regionale trapianti aveva già in programma una visita presso il centro americano nelle prossime settimane, dopo il suddetto intervento, per accertare le condizioni cliniche della paziente e programmare il suo rientro in Italia nei tempi compatibili con l’evoluzione del suo quadro clinico”.

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