La Puglia è tra le regioni italiane in cui l’impatto dell’Imu sul reddito delle famiglie è più alto. Con un prelievo medio di 1.597,61 euro, a fronte di un Pil pro capite di soli 21.589 euro, e una pressione fiscale pari al 7% (ben al di sopra della media nazionale) la Puglia si piazza subito dietro a Campania e Sardegna.
Secondo l’analisi condotta dalla Uil, il carico fiscale grava maggiormente proprio nelle regioni meridionali, dove i redditi sono più bassi e l’incidenza delle tasse risulta più pesante.
A Bari si pagano in media 3.108,58 euro all’anno di Imu, cifra che la posiziona tra le città più care d’Italia. Seguono Brindisi (2.726,39 euro), Lecce (3.086,10 euro) e Taranto (1.482,68 euro).
Anche le seconde case costano caro. Bari si piazza all’ottavo posto nella classifica nazionale per il costo dell’Imu sulla seconda casa, con un esborso annuo di 1.435,25 euro.
La Uil Puglia chiede un intervento immediato per riequilibrare il sistema fiscale e alleggerire il peso dell’Imu sulle famiglie. «È necessaria una riforma del catasto che renda la tassazione sugli immobili più equa», sostiene il segretario generale Gianni Ricci. «Dobbiamo tenere conto delle disparità tra le diverse regioni e proporzionare l’imposta al valore reale degli immobili e alla capacità contributiva dei cittadini, senza penalizzare il Sud già impoverito».
«La situazione in Puglia è insostenibile», fa notare la Uil Puglia che lancia un monito al Governo: «Non possiamo più permettere che le famiglie siano schiacciate da un fisco così pesante. Serve un cambio di rotta per garantire un futuro più giusto e sostenibile per tutti».