Il viceministro Sisto visita il carcere di Bari: «Criticità su sanità, igiene e spazi»

«Ho parlato con tanti detenuti delle varie sezioni, chiedendo loro la situazione dell’istituto di pena. Ho incontrato successivamente il personale dirigente, gli operatori penitenziari, la polizia penitenziaria e i loro sindacalisti: due ore e mezza di confronto franco e proficuo». Lo afferma il viceministro alla Giustizia, il senatore di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, al termine della visita al carcere di Bari nell’ambito dell’iniziativa azzurra “Estate in carcere”.

L’istituto di pena del capoluogo pugliese ospita 391 detenuti su una capienza di 260 circa, con un tasso di sovraffollamento che il viceministro definisce «significativo».

Dai colloqui, spiega Sisto, emerge che «c’è un grande rispetto tra detenuti e polizia penitenziaria e viceversa, e questo è un dato estremamente positivo».

Un «aspetto critico», invece, è rappresentato dalla sanità e in questo, sostiene Sisto, «la Regione Puglia ha le sue precise responsabilità, bisogna porre rimedio e velocemente: mancano 10 infermieri e gli oss richiesti non vengono forniti. Si ha l’impressione, dai racconti di detenuti e personale, che dalla sanità regionale i detenuti vengano considerati “figli di un Dio minore”».

Un altro tema è quello dell’igiene: «Con la direttrice e il provveditore ci si è ripromessi un intervento pronto e deciso», dice il senatore di Forza Italia.

Il terzo dato è quello «trattamentale», afferma il viceministro: «Il carcere di Bari ha luoghi angusti e limitati, i campetti da calcio sono distese di mattoni su cui spesso ci si fa male. Gli spazi hanno una grande rilevanza per le attività scolastiche e culturali. Anche qui, non staremo a guardare. È stata una visita molto utile, anche significativa sotto il profilo umano», conclude Sisto.

Fp Cgil: «Si garantisca il diritto a una vita dignitosa»

Alla visita del viceministro nel carcere di Bari hanno partecipato anche rappresentanti del sindacato Fp Cgil.

«Evidentemente il giro nel carcere ha confermato al ministro quanto, come organizzazione sindacale, avevamo già dichiarato la scorsa settimana dopo la rivolta: sovraffollamento, condizioni strutturali obsolete e inadeguate, carenza di organico del personale di polizia penitenziaria e anche del personale Uepe, così come di di educatori ed assistenti sociali», afferma la segretaria generale Ileana Remini.

Il sindacato non si ritiene soddisfatto dai «generici impegni e a lungo termine presi dal ministro sugli organici della sola polizia penitenziaria». Quello che preoccupa, sottolinea Remini, «è il tentativo di far diventare il carcere e la sanitá penitenziaria terreno di scontro politico: guai a scaricare su medici e personale del comparto sanitario le inefficienze di un sistema dell’esecuzione penale che fa acqua da tutte le parti».

Il sindacato invita a «sbloccare il tetto alle assunzioni più volte promesso e mai portato a termine, in tutta la pubblica amministrazione, favorendo processi di dialogo interistituzionale: più poliziotti, più educatori, più medici, più infermieri, più Oss e ancora un rinnovo contrattuale dignitoso e non più bonus elargiti al di fuori della contrattazione, evitando odiose contrapposizioni tra il personale. Solo così si garantisce il diritto ad una vita dignitosa anche per le persone detenute», conclude Remini.

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