Il Sud nella morsa del gioco d’azzardo. In Puglia e Basilicata si spende il 50% in più: «Cresce l’online»

In tre anni il gioco d’azzardo legale online ha visto crescere del 50 per cento la spesa pro capite di pugliesi e lucani. Un dato eclatante e in linea con quello Italiano e, in particolare, meridionale. È al Mezzogiorno, infatti, che si gioca di più, con le province di Messina, Palermo, Siracusa, Vibo Valentia, Salerno, Reggio Calabria, Isernia, Napoli, Teramo, Taranto, Crotone e Caserta ai primi posti a livello nazionale per volume lordo giocato pro capite. Numeri da capogiro che emergono da una indagine realizzata da Federconsumatori e Cgil, in collaborazione con la Fondazione Isscon, dal titolo “Il libro nero dell’azzardo”. Lo scorso anno a livello nazionale il gioco in rete ha raggiunto i 73 miliardi di euro, il doppio rispetto al 2019 e nei primi sette mesi del 2023 si registra una ulteriore crescita del 10%, rendendo probabile il superamento degli 80 miliardi a fine anno. I pugliesi hanno speso 1.577 euro pro capite. Nel 2020 erano stati 1.023. I lucani, invece, hanno speso 1.601 (nel 2020 erano stati 1.097). Lo scorso anno la spesa pro capite è stata superiore solo in Campania (1.874 euro), Calabria (1.764 euro) e Molise (1.640 euro). Guardando ai dati provinciali è Bari a farla da padrone in Puglia, con una raccolta che supera il miliardo e settecento milioni di euro, con una crescita del 7,7 per cento rispetto al 2021.

Considerando invece tutte le tipologie di gioco, lo scorso anno gli italiani hanno speso 136 miliardi di euro, con una crescita del 22,3 per cento in un anno e portando il valore complessivo delle giocate sopra del 7 per cento il Pil nazionale. Se si guarda alla spesa pro capite, però, come detto in precedenza, è Taranto a conquistare il primo posto, con ben 2.500 euro spesi a persona.

Un dato che la colloca al decimo posto tra le province italiane. Segue Brindisi, ventiduesima, con 2.250 euro,e Potenza, 2.209 euro. I ricercatori che hanno condotto la ricerca per Federconsumatori e Cgil si sono soffermati particolarmente sulle differenze territoriali, verificando “una relazione inversa – si legge – fra la situazione socioeconomica finanziaria e l’incremento della raccolta complessiva dei giochi d’azzardo”. Più ci sono difficoltà economiche, dunque, e più ci si affida al gioco per risolvere i propri problemi, contraendo tutte le altre forme di consumo. Se da una parte, dunque, il gioco d’azzardo online accresce le entrate per lo Stato tramite la tassazione, dall’altro inibisce diverse forme di sviluppo e di crescita economica.

Si pensi che proprio nelle aree in cui la rete internet veloce è meno diffusa che si registrano il maggiore volume di giocate. siamo sotto al 50% per copertura Internet ad alta velocità. Incredibilmente, nonostante questi numeri,

Se pure, infatti, guardando all’Europa, “siamo agli ultimi posti per connessioni internet, abbiamo la minore diffusione del wi-fi, i maggiori buchi nella copertura della Rete – scrivono i ricercatori – l’Italia è nelle primissime posizioni nella classifica mondiale per diffusione dell’azzardo online, a partire dalle aree subnazionali dove i problemi citati sono maggiori”. Calabria, Campania e Sicilia vedrebbero addirittura prevalere i giocatori online al numero di utenti della rete tecnologicamente avanzati. Una vera contraddizione. La crescita esponenziale del gioco online, però, non sta ridimensionando il gioco “fisico”. Stando a quanto rilevato da Federconsumatori e Cgil, non esisterebbe una contrapposizione ma si sarebbe semplicemente ampliata l’offerta. “Si sta diffondendo – si legge – la figura del supergiocatore in grado di accedere alle piattaforme da remoto ma che non rinuncia alla frequentazione delle sale da gioco fisiche”. Un gioco sempre meno “tracciabile”, dunque, che raggiunge le persone in ogni angolo della loro quotidianità.

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