Venditori ambulanti erroneamente assegnati ad altre strade, omonime ma dall’altra parte della città; obblighi di orario per i mercati comunali completamente sbagliati; metrature non corrispondenti a quelle reali; un distretto urbano del commercio che avrebbe dovuto vedere la luce ma di cui, ancora, non c’è traccia. Il Documento strategico del commercio, approvato a maggio scorso dopo un Consiglio comunale finito alle prime luci dell’alba, si è rivelato come le opposizioni avevano paventato fosse sin dall’inizio: un flop.
Che fosse un flop, e che l’Amministrazione avesse premuto eccessivamente l’acceleratore troppo impulsivamente per approvarlo, si capiva già dall’inizio, quando il documento, arrivato tra i banchi dell’Aula Dalfino, finito alla pagina 12, ricominciava a quella 15. Sviste naturali, potrebbe dire qualcuno, non fosse altro che la gestazione del documento che disciplina tutte le tipologie di attività commerciali presenti sul territorio comunale non fosse durata ben otto anni. A finire sotto la lente sono stati, negli ultimi giorni, le concessioni per i posteggi isolati, gli spazi pubblici occupati dai venditori ambulanti al di fuori delle aree mercatali. Nel Documento sarebbero assenti alcune vie e piazze storiche, come quella di piazza Umberto I, a Carbonara, dove ogni domenica è solito piazzarsi un venditore ambulante di frutta secca, la cui postazione è stata confusa con quella di un altro commerciante.
Ma non sono le uniche criticità che hanno costretto Palazzo di Città a rimandare il Documento ai Municipi per correggerlo. Di mezzo, ci sono questioni più “strutturali”, che cominciano a spingere le associazioni di categorie e le forze politiche a chiedere la revisione dell’intero impianto. Che, alla prova dei fatti, si è rivelato fallimentare. Per esempio, nel capoluogo non è ancora stato istituito alcun Distretto urbano del commercio, passaggio previsto dal Documento approvato a maggio e che potrebbe dare ai negoziati della città la possibilità di usufruire di fondi regionali, anche abbastanza importanti. Bari non figura nemmeno tra i beneficiari dei 2milioni 200mila euro messi a disposizione dalla Regione Puglia per 63 Comuni, lo scorso gennaio. Quello dei distretti, peraltro, potrebbe essere un ulteriore elemento di frizione tra il sindaco e le “sue” maggioranze, già fragili, all’interno dei singoli Municipi. Come dimostrò la discussione tenutasi nel corso del consiglio del Municipio II, l’11 gennaio 2022, qualche mese prima della discussione in Aula Dalfino. Il presidente Lucio Smaldone ritenne «non esaustivo» lo stop dato dalla Ripartizione alla creazione di due distretti urbani a Picone-Poggiofranco e a Carrassi-San Pasquale – Mungivacca.
Un altro elemento trascurato dal documento, ma anche dalle recenti misure varate dal Comune, riguarda il futuro degli oltre 500 posteggi rimasti vuoti nelle aree mercatali comunali.. Cosa farne? è la domanda che risuona tra i venditori ambulanti. Occorre indire un nuovo bando per consentire nuove assegnazioni, o vanno definitivamente abolite per dare la possibilità ai venditori di organizzare meglio il proprio lavoro, in sinergia? Domande che, per ora, rimangono senza risposta. Così come rimangono ancora a bocca asciutta le associazioni di categoria che, in quella travagliata assise cittadina del maggio scorso, chiesero e ottennero la revisione del Documento entro otto mesi dalla sua approvazione.