Il futuro del Meridione nel mare come “continente” e idea di equilibrio: nasce “Unità Mediterranea”

Il mare che unisce, abbraccia i popoli, diventa pensiero e idea, il Mediterraneo come continente dei tre sub continenti che su di esso si affacciano, no, non è una provocazione, ma un movimento culturale, che sarà presentato il 24 e il 25 maggio a Napoli (all’hotel Stelle) si chiamerà “Unità Mediterranea” e ha tra i suoi ideatori Antonio Corvino, scrittore, direttore dell’Osservatorio di economia e azione sociale (già direttore dell’Osservatorio di economia e finanza): «Abbiamo dimenticato il pensiero meridiano, ora è necessario invertire la rotta, non imitare il nord, ma essere sud, ricordare la nostra natura. Il nostro mare è l’insieme di mille culture, ma anche di una sola identità che è il pensiero meridiano, quello dell’equilibrio, del senso della misura, lo sosteneva già Camus nel suo “ L’Homme révolté” all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, quando il mondo era percorso da irrefrenabile voglia di progresso ed inarrestabile fretta di mettersi alle spalle ogni tipo di sofferenza e rinuncia, ebbene già allora si assegnava al Mediterraneo il potere dell’antidoto contro l’ambizione dei paesi del nord Europa lanciati senza freno alcuno verso uno sviluppo dei consumi senza limiti che, alla lunga, osservava acutamente Camus, avrebbe finito per compromettere gli equilibri naturali oltre che la stessa convivenza umana. E’ ciò che sta accadendo».

Il movimento (che si costituirà appunto il 24 e il 25 maggio) ha come obiettivo quello di essere trasversale, non un partito politico dunque, ma un pensiero, una vera e propria ideologia declinato secondo il pensiero meridiano. «Non è una follia quando parlo di continente Mediterraneo, i popoli che sono bagnati da questo mare devono sentirsi un unicum – continua Corvino – e hanno dei diritti inalienabili, come quello della migrazione. L’Italia è un paese con natalità a zero, il sud perde 100mila giovani all’anno, che si spostano per trovare lavoro altrove, sono due milioni in un decennio, avremo sempre più luoghi deserti e ancora temiamo migrazioni. Eppure all’Università la prima cosa che si impara è che il Pil si produce con la popolazione, non capisco come potremo fare se non accogliendo, poi capiamo come, con un canale umanitario, sostenendo le Ong, lo studieremo. Ma non è un favore che facciamo agli altri popoli è un favore che facciamo a noi».

All’assemblea costituente che si terrà a Napoli ci saranno studiosi, giornalisti, economisti, scrittori come Francesco Saverio Coppola (Istituti Meridionali), Piero Sorrentino, Giuliano Laccetti, Vincenzo Prestipino, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il direttore de Il Mattino, Roberto Napoletano.

«C’è necessità di dare una svolta anche alla nostra economia, senza la frenesia, ma rispettando la nostra identità – continua Corvino – non possiamo far sparire borghi storici, piccoli paesi dell’Appenino ormai deserti, la rotta va invertita, anche la Zes guardi è solo una presa in giro, già solo con le 8 Zes non si è fatto nulla, ora tutto il sud diventa tale, ma che senso ha? Potrebbe avere un significato se puntasse ad aree strategiche come il porto di Taranto, quello di Napoli, di Gioia Tauro, ma così no». Il movimento non è solo teoria. Non è filosofia pura. Non è pensiero sterile, apporta proposte, visione, come quella del Welfare per il sud. «Questa idea della Rsa, delle residenze per anziani non ci appartengono – continua Corvino – abbiamo bisogna di assistenza domiciliare che funzioni, non di prigioni per vecchi. E al sud ogni giorno i nostri centenari che vivono nei piccoli paesi, tra i loro cari, sono preziosi per le comunità. Riprendiamoci la nostra umanità che fa parte della nostra storia, della nostra identità».

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