«I cambiamenti climatici denunciati al vertice Cop27 tagliano anche i raccolti regionali e mettono a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea con riduzioni che vanno dal 30% per il grano duro destinato alla produzione di pasta tricolore al 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al 50% per l’olio extravergine di oliva». È il bilancio di un anno di lavoro nelle campagne tracciato da Coldiretti Puglia a margine della Giornata del ringraziamento che, annualmente, viene promossa dall’organizzazione a livello nazionale.
Il 2022 è stato segnato da una «devastante siccità», spiega la Coldiretti regionale, con i primi dieci mesi che hanno fatto registrare una temperatura di oltre un grado più alta rispetto alla media storica e circa un terzo delle precipitazioni in meno.
«Il clima pazzo, con il moltiplicarsi degli eventi estremi, ha provocato danni in agricoltura che nel 2022 superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale», secondo la Coldiretti.
Sul fronte dei raccolti, l’organizzazione dei coltivatori stima per quest’anno «una produzione di pomodoro da industria per pelati, passate, polpe e concentrato di 5,5 milioni di tonnellate a livello nazionale, in calo dell’11% rispetto al 2021».
Ma è «autunno nero» anche per l’olio d’oliva con un crollo della produzione regionale con punte del 50%, «a causa di una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante. «Ma per gli elevati costi di carburante, elettricità, service e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni – spiega Coldiretti Puglia – diverse aziende hanno deciso di non intervenire tanto che le tavole del Belpaese devono dire addio a quasi 1 bottiglia su 3 di olio extravergine Made in Italy».
In questo scenario si inserisce la produzione di grano duro in calo di quasi il 30% in Puglia, nonostante l’aumento delle superfici coltivate «che sono passate a 1,24 milioni di ettari nel 2022 contro 1,23 milioni del 2021 per una strategica filiera nazionale della pasta che coinvolge 200mila aziende agricole italiane».
Uno scenario difficile sul quale pesa anche «la crisi energetica con più di una azienda agricola su dieci (13%) a rischio di chiusura secondo il Crea. Il settore ha infatti affrontato rincari determinati dall’energia che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra anche un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica», secondo l’analisi Coldiretti.