Non bastavano le continue crisi economiche e la spirale inflativa innescata dalla guerra tra Russia e Ucraina. A minacciare l’agricoltura, settore strategico per l’economia pugliese, sono anche gli eventi climatici estremi che, dal 2015 al 2022, hanno determinato la perdita di oltre 150 milioni di quintali di cibo: uno scenario apocalittico che la Coldiretti regionale tratteggia mentre prende il via il piano di gestione dei rischi in agricoltura per il 2023, a copertura dei danni alle produzioni agricole causati da catastrofi naturali.
Il trend, negativo da diversi anni a questa parte, è stato confermato nel 2022, anno in cui tornado, nubifragi, gelate e siccità estrema hanno determinato una flessione della produzione agricola pari al 21% e del suo valore pari al 6,2. Nonostante l’evidente tendenza alla tropicalizzazione del clima, però, soltanto il 2,6% della superficie agricola pugliese risulta coperta da assicurazione.
Ma quali sono i territori più penalizzati dal clima pazzo? In testa alla poco rassicurante classifica c’è la provincia di Foggia con 86 milioni di quintali di prodotto assicurato e 22 milioni di euro di indennizzi versati agli agricoltori. Seguono il territorio di Lecce e dintorni, con dieci milioni di quintali assicurati e 5,2 milioni di euro di indennizzi, e il Brindisino, con 8,5 milioni di quintali assicurati e 6,6 milioni di euro versati agli agricoltori i cui campi sono stati devastati da maltempo o siccità. Completano la graduatoria regionale il Tarantino (6,7 milioni di quintali assicurati e 7,8 milioni di euro di indennizzi), la provincia di Barletta-Andria-Trani (6,6 milioni di quintali e 2 milioni di indennizzi) e infine il Barese (con 1,7 milioni di quintali assicurati e 1,2 milioni di euro di indennizzi). Complessivamente, il “sistema di difesa” degli agricoltori dal clima pazzo ha assicurato oltre 120 milioni di quintali di prodotti agricoli, versando più di 45 milioni di euro di indennizzi, mentre nel 2021 il valore assicurato è stato di oltre 500 milioni di euro su oltre 60mila ettari di superficie agricola.
In questa prospettiva sono stati attivati meccanismi come il fondo mutualistico nazionale Agri-Cat che punta proprio a garantire la copertura dei danni alle produzioni agricole causati da alluvioni, gelo o siccità e del quale è stato recentemente approvato il regolamento. L’obiettivo non è soltanto quello di mitigare l’esposizione e la vulnerabilità delle aziende agricole agli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche quello di aumentare la cultura della gestione del rischio nelle imprese attive in un settore strategico per l’economia regionale. Basterà?
Sul tema interviene anche Luca Lazzaro, presidente pugliese di Confagricoltura: «Con la nascita del Fondo AgriCat si apre nel Paese, e in particolar modo nella nostra regione che è tra le più importanti nel panorama agricolo nazionale ed europeo, un nuovo percorso che passa attraverso la stabilizzazione dei redditi delle aziende agricole colpite da danni alle produzioni causati da eventi naturali avversi». Insomma, un salvagente importante per le aziende: «La Puglia è una delle regioni agricole italiane dove più sono percepiti i cambiamenti climatici, basti pensare che oltre il 50% della superficie agricola utilizzabile corre il rischio di diventare nel giro di pochi anni incoltivabile o difficilmente coltivabile senza massicci e costosi interventi. Gli imprenditori si sentiranno meno soli e abbandonati se lo strumento appena nato sarà usato con buon senso e a favore dello sviluppo agricolo del Paese».
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Di Redazione15 Novembre 2024