“L’impatto del Pnrr sull’economia del Mezzogiorno: il caso del Comune di Brindisi”. È il tema dello studio realizzato dai docenti di Unisalento Guglielmo Forges Davanzati e Stefano Greco, finalizzato a capire se il Piano sia davvero in grado di ridurre i divari regionali fra Nord e Sud del Paese. Brindisi è stata presa come riferimento in quanto comune meridionale capoluogo di provincia di medie dimensioni.
Le risorse umane
«La scarsa capacità progettuale della pubblica amministrazione del Mezzogiorno è dovuta, oltre al sottodimensionamento, anche all’anzianità del personale, al loro basso titolo di studio e alla bassa qualificazione professionale. Tra il 2008 e il 2019, il personale della pubblica amministrazione nel Mezzogiorno si è ridotto di 72.000 unità, pari al 28,6% sul totale degli addetti. Il Comune di Brindisi è passato in questi anni da circa 700 dipendenti agli attuali 320/330. Anche Lecce da 700 ha dimezzato, riducendo gli organici non solo nei settori della programmazione, della visione, dello sviluppo urbano, ma anche nel settore demografico, anagrafe e polizia locale. Brindisi, come comune, dal punto di vista dei lavori pubblici, della programmazione economica, urbanistica e dell’assetto del territorio, dispone però di una qualità degli uffici molto buona che gli ha permesso di essere in grado di intercettare fondi per una serie di progetti molto importanti già finanziati dai bandi del Pnrr.
Alcuni dei progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono, per esempio, la rigenerazione del centro urbano grazie al bando Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), attraverso il quale sono stati stanziati 15 milioni di euro per realizzare, in edifici in disuso ormai da anni, la prima, vera sede universitaria di Brindisi; la bonifica del sito di Autigno (21 milioni); la riqualificazione della parte mancante del Waterfront (13 milioni), la realizzazione di una nuova palestra all’interno della cittadella dello sport di contrada Masseriola, un progetto di mobilità sostenibile, più tutta un’altra serie di progetti per una sessantina di finanziamenti anche minori, da uno, due milioni, per un valore totale che si aggira tra i 150 e i 200 milioni di euro». A cui si sono aggiunti i 52 milioni del Cis.
«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, inoltre, non riguarda solo gli enti locali ma comprende una pluralità di soggetti come Asl, autorità portuale, ferrovie dello stato, Anas, i cui interventi avranno una ricaduta sull’intera provincia di Brindisi attraverso le riqualificazioni delle strutture sanitarie, la realizzazione di un raccordo (per un valore di 80 milioni di euro) che permetterà di raggiungere l’aeroporto di Brindisi direttamente dalla stazione, e il completamento di opere di vecchia programmazione ripresentate col Pnrr, in quanto in stato avanzato di progettazione e quindi realizzabili entro il 2026. Ciò ha permesso di liberare circa 30 miliardi di euro che possono essere destinati ad opere nuove. Inoltre, arriveranno i fondi della nuova programmazione europea: chiusa la stagione 2014-2020, adesso si sta aprendo, con un po’ di ritardo, la stagione 2021-2027, che prevederà fondi Fesr, Fse e altri. e quindi altre opportunità di finanziamento.
Occorre, dunque, una grande quantità di risorse umane per realizzare, all’interno delle procedure degli affidamento dei lavori pubblici, che sono estremamente complicate in Italia, i progetti definitivi, le conferenze di servizi, le acquisizioni dei pareri e le gare di livello europeo.
I problemi nella fase di acquisizione delle risorse colpiscono soprattutto i piccoli comuni, con una numerosità del personale relativamente ancora più contenuta. Si può osservare a riguardo che poiché l’Italia è fatta prevalentemente di Comuni di piccole dimensioni c’è una parte consistente del Paese tagliata fuori dal Pnrr nello schema della partecipazione ai bandi».
Mobilità scarsa
«Un altro problema riscontrato dal comune di Brindisi riguarda le esternalizzazioni. Il progetto Capacity Italy, una piattaforma digitale del governo che mette a disposizione delle pubbliche amministrazioni esperti e progettisti, incontra delle criticità legate alla scarsa propensione alla mobilità del personale selezionato. I motivi sono dovuti alla grande mole di lavoro legata alle figure tecniche, ai livelli retributivi della pubblica amministrazione e alla natura del rapporto contrattuale. Si chiedono professionalità importanti in cambio di un contratto da laureato e retribuzione relativamente bassa. Nonostante la possibilità di percorsi di stabilizzazione al termine dei 36 mesi e l’opportunità di crescita professionale legata a importanti progetti, si stima che solo chi vive entro un raggio di 100 km da Brindisi è disposto a spostarsi mentre la metà del personale selezionato rinuncia. Quindi, oltre alla carenza di personale della pubblica amministrazione e all’impossibilità di assumere vi è anche il problema che, se gli enti locali si potessero permettere di assumere, comunque troverebbero poco personale potenziale disposto a spostarsi oltre 100 km in cambio della remunerazione e della tipologia contrattuale offerti dalle Pubbliche amministrazioni».
Le conclusioni
Sono affidate alle parole del sindaco Riccardo Rossi: «La vera sfida non è partecipare ai bandi e ottenere i fondi ma è realizzare le opere; spendere, per esempio, 15 milioni di euro su Pinqua significa 9 interventi, 9 Cup (Codice unico di progetto), e quindi significa fare, anche da un punto di vista amministrativo, le gare, gli affidamenti e trovare i Rup (Responsabile unico del procedimento), che per legge è interno alla pubblica amministrazione, in un tempo ridotto e con risorse umane limitate. La realizzazione di queste opere deve avvenire inoltre entro il 2026, tenendo anche conto del forte ritardo del governo nei disciplinari. Nonostante ci siano i progetti finanziati, infatti, non ci sono ancora i disciplinari per la gran parte dei progetti, il che di fatto non permette di iniziare i lavori. Per la gran parte di questi progetti bisognerà aspettare marzo 2023 per avere l’aggiudicatario».