Il calzaturiero è in forte crisi nella Bat: nell’ultimo anno un’azienda su cinque ha chiuso i battenti

Un calo del fatturato pari al 25 per cento e un aumento di richieste di agevolazioni fiscali superiore al 30 per cento. Sono le cifre della crisi del settore calzaturiero nella provincia di Barletta-Andria-Trani. Un fenomeno che, nell’ultimo anno, ha costretto un’azienda su cinque a chiudere definitivamente i battenti. Sono ormai lontani gli anni del boom di un comparto che ha lasciato un’impronta indelebile nell’economia locale. La conferma arriva dai dati elaborati dall’Osservatorio economico del territorio.

Produzione in calo

Nel 2023 le imprese hanno registrato una diminuzione della produzione del 15 per cento rispetto all’anno precedente. Le esportazioni sono diminuite del 20 per cento, complice anche la concorrenza crescente da parte di paesi emergenti come Vietnam e Bangladesh.

La testimonianza

«Le nostre aziende – dice Felice Corraro, imprenditore tranese del settore calzaturiero – stanno registrando un crollo vertiginoso degli ordini. Il rischio è che nel giro di pochi anni il nostro comparto possa scomparire definitivamente». La produzione a basso costo dei paesi asiatici, infatti, ha reso meno competitive le aziende locali che non sono riuscite a investire adeguatamente in innovazione e tecnologia, rimanendo indietro rispetto ai concorrenti internazionali. A pagarne le conseguenze sono principalmente i distretti produttivi di Barletta, specializzati soprattutto nell’ambito delle calzature antinfortunistiche, oltre a quelli di Trani e Andria.

Le figure professionali

È, tuttavia, una fotografia in chiaroscuro quella scattata dagli imprenditori locali. Se da una parte, infatti, molte aziende del settore calzaturiero devono fare i conti con la crisi, dall’altra, a fronte di un tasso di disoccupazione pari al 15 per cento, molte imprese dello stesso comparto fanno fatica a reperire figure professionali di ogni tipo. Mancano modellisti, tecnici di produzione, artigiani specializzati e addetti alla qualità. La Bat si posiziona, infatti, al penultimo posto della graduatoria regionale per quel che riguarda la percentuale occupazionale, precedendo solo la provincia di Foggia, ultima in Puglia. In altre parole, quando le industrie del territorio chiamano, quasi nessuno risponde. «Negli ultimi mesi – spiega Michelangelo Frezza, imprenditore barlettano – è diventato sempre più difficile trovare personale qualificato. Abbiamo investito in macchinari moderni, ma senza tecnici specializzati è difficile riuscire a sfruttare pienamente ogni potenzialità. Questo, inevitabilmente, rallenta la produzione e aumenta i costi».

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