A Bari manca il verde e il “bosco verticale” presentato ieri dall’archistar Stefano Boeri non è la soluzione del problema. A pensarlo sono in tanti e tra questi c’è Antonella Calderazzi, presidente della Consulta comunale per l’Ambiente: «Non è il modo di risolvere l’assenza di verde in città. È solo una goccia perché Bari – spiega la professoressa – deve fare ancora molta strada per guadagnare qualche percentuale di verde urbano».
La situazione nel capoluogo pugliese è decisamente negativa: «Bari rimane una città con pochissimo verde – dice Calderazzi -. Si pensi alla forestazione, che è stata realizzata solo a Loseto, all’eccessiva presenza di auto e all’esagerato consumo di suolo». I nuovi palazzi, infatti, vengono eretti come funghi in ogni angolo della città, dal centro alla periferia. E solo in rare occasioni i nuovi edifici sostituiscono quelli vecchi, spesso inabitati e malridotti. Il “bosco verticale” del professor Boeri dovrebbe sorgere sul lungomare di Bari, nel quartiere Libertà, nel luogo dove ora si trova il park and ride lato terra, tra via Napoli e via Brigata Regina: «Si tratta sicuramente di un progetto innovativo e di qualità, ma anche volumetrico – commenta la presidente -. E questo non è colpa del progettista, ma di chi ha approvato la variante urbanistica». Ma tutto ciò riguarda marginalmente i problemi ambientali della città che, secondo la numero uno della Consulta, sono «l’assenza di verde, che significa notevoli emissioni di anidride carbonica, il traffico e il problema delle infrastrutture: a Bari – spiega Calderazzi – mancano i mezzi di trasporto pubblico come, ad esempio, una metropolitana leggera».
E il Comune, purtroppo fa troppo poco per sopperire a queste carenze: «L’amministrazione fa qualcosa, ma non è sufficiente, come la forestazione fatta a Loseto o il progetto della piazza verde. Quello che dovrebbe essere buono è il progetto della Costa Sud, che però è parco solo nel primo tratto. Poi anche lì ci saranno costruzioni».
In città servono più alberi perché, come spiega Roberto Antonacci, presidente del gruppo locale di Legambiente, «questi portano benefici ecologici ma anche economici, per non considerare quelli in termini di salute. Il bosco verticale è un pregio architettonico, ma in questo modo non si risolvono i problemi della città, che come noto è una città poco verde e non ha ancora raggiunto il livello previsto di 9 metri quadri per abitante. A Bari – continua Antonacci – ci sono troppe auto: bisogna iniziare a sostituire queste con gli alberi. Le strade devono essere piene di verde, non di veicoli. In questo senso deve essere intesa la “città verde”. Il Comune di Bari – conclude l’ambientalista – dovrebbe aumentare le zone pedonali, perché bisogna dare spazio alle persone e poi alla vegetazione».