Una strategia per difendersi dai dazi americani e salvare il vino di Puglia, il Primitivo, prodotto doc che a Manduria è un settore importante dell’economia del territorio. A lanciare l’allarme è Novella Pastorelli, Presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria che propone un piano preciso per evitare il tracollo alle imprese.
Come? Per esempio contenere la produzione delle nuove iscrizioni allo schedario viticolo, bloccare le autorizzazioni per nuovi impianti, rafforzare le campagne promozionali nei mercati esteri. L’obiettivo è uno: difendere il comparto. Anche attraverso una campagna di comunicazione che vada oltre i luoghi comuni e immagina il vino come un prodotto che fa male alla salute.
I numeri
Il Primitivo di Manduria esporta circa il 22% della sua produzione negli Stati Uniti, «un mercato strategico dove difficilmente i vini locali possono sostituirlo», afferma la Pastorelli. Ma che può avere una stangata non facilmente sopportabile, a causa dei dazi. La Pastorelli sa bene e lo ribadisce che la trattativa per ottenere la rimozione dei dazi, da parte del governo italiano, su vini pregiati è ancora aperta, ma intanto bisogna correre ai ripari. Da qui l’idea di approntare una strategia.
Il piano
E infatti in linea con questa idea, il Consorzio ha ottenuto la sospensione dell’iscrizione allo schedario viticolo delle superfici di “Primitivo” per la rivendicazione della Denominazione di Origine Controllata “Primitivo di Manduria” e della Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Primitivo di Manduria dolce naturale per le campagne vendemmiali dal 2025/2026 al 2029/2030. Insomma produrre meno per rendere il prodotto ancora più pregiato.
La campagna
Il Consorzio ribadisce anche l’importanza di un’azione di comunicazione diversa, produttiva e aggiunge la Pastorelli: «E’ fondamentale avviare una campagna strutturata per contrastare le spinte proibizioniste e quel luogo comune, sempre più diffuso all’estero, che dipinge il vino come un nemico della salute». Poi aggiunge: «Il Consorzio, da sempre, promuove un consumo moderato e responsabile, basato su un approccio consapevole e informato al bere».
Gli imprenditori del settore non hanno dubbi, bisogna agire e presto e da qui l’invito alle istituzioni e tutta la filiera «a mettere in atto con determinazione queste misure – conclude Pastorelli – perché il Primitivo di Manduria e l’intero settore vitivinicolo italiano meritano di essere difesi e valorizzati, mantenendo saldo quel ruolo di leadership mondiale conquistato con impegno, qualità e visione».