La lotta all’evasione fiscale passa da algoritmi e big data. L’Agenzia delle Entrate ha adottato l’anonimometro, un algoritmo che permette di incrociare le informazioni dell’anagrafe dei conti correnti con l’obiettivo di individuare i soggetti a rischio e gli evasori.
Quando sono utilizzate le informazioni dell’archivio, dati personali dei contribuenti vengono sostituiti da dei codici fittizi così che, durante il trattamento dei dati finanziari non sia mai possibile associarli a una determinata persona, prima che sia stata verificata la presenza di un rischio fiscale.
I dati finanziari e dei conti correnti possono poi essere utilizzati come punto di partenza per essere confrontati con quelli delle banche dati del Fisco oppure si può partire dai titolari di partita Iva che operano in uno specifico settore economico e dichiarano ricavi o compensi inverosimili per la categoria di appartenenza e verificarne i movimenti sui conti correnti. «La variabile predittiva sarà associata esclusivamente ai soggetti per i quali è già stato deterministicamente individuato un rischio fiscale e non vincolerà in alcun modo il personale addetto alle strutture di controllo», spiegano dall’Agenzia delle entrate.
Potranno poi essere utilizzate anche le analisi statistiche per individuare anomalie rilevanti nella distribuzione di alcune variabili come il numero di accessi alle cassette di sicurezza, la frequenza dell’apertura e/o chiusura di rapporti, l’elevata numerosità di conti correnti e altre tipologie di rapporti finanziari.
L’Agenzia delle Entrate chiarisce che «le incongruenze oggettive e concrete che connotano la posizione fiscale di un contribuente, emerse nell’ambito delle analisi svolte, saranno oggetto di successivi approfondimenti a cura delle strutture locali preposte ai controlli, le quali garantiranno in ogni caso il pieno rispetto del principio del contraddittorio».
L’obiettivo dell’Agenzia delle Entrate è quello di aumentare di 2,8 miliardi di euro gli introiti entro il 2025 riducendo così l’evasione fiscale.