Hiab, il caso da Statte passa al ministero: la fabbrica nel Tarantino resta occupata

Si sposta a Roma la vertenza degli oltre cento lavoratori della Hiab, la fabbrica di gru che minaccia di licenziare tutti per delocalizzare da Statte alla sede centrale in Emilia Romagna. Mentre nel Tarantino la fabbrica resta occupata dagli operai per protesta (l’assemblea permanente è iniziata il 13 ottobre scorso) e a Minerbio i colleghi emiliani scioperano per solidarietà, il ministero delle Imprese ha convocato per mercoledì prossimo un incontro sulla Hiab. Di recente l’azienda ha manifestato la volontà di dismettere il sito con conseguenze nefaste per l’occupazione: oltre alla procedura di licenziamento collettivo per i lavoratori diretti, si temono conseguenze sui circa 200 dell’indotto.

La trattativa

Hiab finora ha rifiutato ogni proposta avanzata dalla task force regionale per l’occupazione guidata da Leo Caroli che, sulla base di finanziamenti, era finalizzata a mantenere l’attività orientandola verso una riconversione. La controproposta dell’azienda finora è consistita nell’ipotesi di trasferimento a Minerbio per 25 dipendenti attualmente in organico a Taranto e il ricorso ad alcuni prepensionamenti per i lavoratori che hanno maturato i requisiti, ma i sindacati temono una completa dismissione del sito e la perdita di poter fare ricorso ad ammortizzatori sociali per la cassa integrazione.

I sindacati

«I lavoratori, pur riscontrando e apprezzando che c’è stata una prima risposta immediata dal governo, rimangono cauti», spiega Mimmo Amatomaggi della Uilm. «Anche perché non si puo’ certo dire che c’è a soluzione in una semplice convocazione. La Hiab continua a restare in silenzio e questo non può che provocare sconcerto». Domani nuovo presidio in fabbrica e confronto con lavoratori e lavoratrici che protestano da giorni. Non è escluso che i sindacati approfittino della presenza della ministra del Lavoro Marina Calderone, domani all’ex Ilva per un convegno sulla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, per chiedere un confronto.

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