Oltre 6,6 milioni di ettolitri di vino della campagna 2021 sono fermi nelle cantine pugliesi a causa del rallentamento dei flussi verso i grandi canali di commercializzazione europei dovuto alla guerra in Ucraina e alla riduzione del potere di acquisto dei consumatori.
Il dato emerge da un’analisi condotta da Coldiretti Puglia, sulla base del report Cantina Italia dell’Icqrf del ministero delle Politiche agricole.
Lo studio evidenzia inoltre che l’export agroalimentare regionale da gennaio a settembre 2022 ha segnato una crescita dell’8,7 per cento. A pesare su questo dato positivo sono però gli aumenti dei costi di produzione diretti o indiretti a causa del caro energia. Nei vigneti si registrano infatti rincari che vanno dal più 170 per cento dei concimi al più 129 per cento per il gasolio.
Una bottiglia di vetro costa fino al 50 per cento in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20 per cento per quelli di sughero e addirittura il 40 per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20 per cento, ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35 e del 45 per cento. L’associazione evidenzia quindi la necessità di una stretta da parte della Regione Puglia, per abbassare le rese con una revisione dei disciplinari di produzione, ma anche di una revisione delle deroghe sui massimali di produzione dei vigneti che coltivano uve generiche.
Secondo Coldiretti occorre anche dare seguito alla pianificazione e alla regolamentazione di nuovi impianti con scelte varietali coerenti con le vocazioni dei territori e le potenzialità commerciali, e dare anche il via al catasto vitivinicolo per avere una fotografia reale del settore in Puglia.