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Gli Usa negano il visto a Thierry Breton e altri europei: Ue pronta a reagire sulle regole digitali

Gli Stati Uniti negano il visto all’ex commissario europeo Thierry Breton, autore del Digital Services Act, e ad altre quattro personalità impegnate nella regolamentazione del digitale e nella lotta alla disinformazione online, perché temono che proprio queste attività possano danneggiare gli interessi americani.

Una decisione che ha provocato una dura reazione dell’Ue: «Condanniamo fermamente queste restrizioni – afferma la Commissione europea – la libertà di espressione è un diritto fondamentale condiviso tra Europa e Stati Uniti. Difenderemo la nostra autonomia normativa da misure ingiustificate».

Breton, su X, ha commentato: «La caccia alle streghe di McCarthy è tornata? Il 90% del Parlamento europeo e tutti i 27 Stati membri hanno votato all’unanimità il Digital Services Act. Ai nostri amici americani: la censura non è dove pensate che sia». La misura statunitense, motivata dalla presunta tutela degli interessi americani, colpisce anche rappresentanti di ONG contro la disinformazione e i messaggi d’odio, tra cui Imran Ahmed e Clare Melford.

La Francia ha espresso la propria indignazione, sottolineando che «i popoli europei sono liberi e sovrani e non possono farsi imporre regole esterne sul loro spazio digitale». Il presidente Macron ha definito l’atto «intimidatorio», mentre la Commissione europea ha richiesto chiarimenti a Washington, pronta a reagire in modo rapido e deciso se necessario. La tensione segna un nuovo capitolo nelle relazioni Usa-Ue sulla regolamentazione del digitale.

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