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Giuseppe De Noia nuovo presidente di Cia Levante: «Lavorare sodo per rilancio agricoltura»

«Sono molto contento per lui, perché seppure piuttosto giovane ha già un curriculum di lungo corso nella nostra organizzazione sindacale degli agricoltori e ha sempre dimostrato di saper rappresentare con determinazione le istanze delle aziende agricole», ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente uscente di Cia Levante, nel lasciare il testimone a Giuseppe De Noia, eletto alla…

«Sono molto contento per lui, perché seppure piuttosto giovane ha già un curriculum di lungo corso nella nostra organizzazione sindacale degli agricoltori e ha sempre dimostrato di saper rappresentare con determinazione le istanze delle aziende agricole», ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente uscente di Cia Levante, nel lasciare il testimone a Giuseppe De Noia, eletto alla guida degli agricoltori della provincia di Bari lunedì 27 giugno.

De Noia, terlizzese classe 1971, succede proprio a Sicolo che nelle scorse settimane è stato eletto presidente regionale di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori italiani. De Noia sarà coadiuvato dalla vicepresidente vicaria Angelica Curci e dai vicepresidenti Giovanni Bucci e Domenica Piarulli Lorusso.

Imprenditore agricolo nei settori olivicolo e vitivinicolo, De Noia fin da giovanissimo e da ormai oltre trent’anni, è stato il presidente cittadino di Cia Terlizzi. A partire dal 2000, ha guidato diversi consorzi. In Cia Agricoltori Italiani, negli ultimi anni, ha ricoperto incarichi di responsabilità sia a livello provinciale che regionale e nazionale. Attualmente è componente del comitato di gestione e amministrazione del distretto Florovivaistico e del Cibo di Puglia, oltre a far parte del Consiglio della Camera di Commercio di Bari in rappresentanza del settore agricoltura.

«Per me è un onore succedere a presidenti provinciali come Felice Ardito e Gennaro Sicolo – ha dichiarato Giuseppe De Noia – e metterò tutte le mie competenze e il mio impegno per dare più forza e voce al mondo agricolo e lottare per rilanciarlo, lavorando con determinazione soprattutto sull’aggregazione, l’internazionalizzazione e l’ammodernamento delle aziende agricole che stanno vivendo una crisi epocale. Le difficoltà sono moltissime, ma allo stesso tempo ci sono strumenti di programmazione e investimenti come il PSR, la PAC e il PNRR che rappresentano un’opportunità fondamentale per rilanciare il comparto in modo strutturale».

Nel Barese, l’agricoltura è rappresentata da 83.581 titolari di azienda, 67.589 collaboratori familiari, 74.948 collaboratori extra aziendali. Il numero delle giornate lavorative svolte annualmente sono 4.765.772 per quanto riguarda i titolari, 2.241.605 quelle dei collaboratori familiari e circa 3 milioni le giornate occupate dalla manodopera extra aziendale. La coltivazione della vite con gli oltre 38mila ettari investiti, quella dell’olivo con i suoi 120mila ettari, i fruttiferi con circa 27mila ettari, le coltivazioni orticole con più di 9mila ettari e le coltivazioni cerealicole con 70mila ettari rappresentano una fetta importante dell’agricoltura barese, che ha numeri e qualità di tutto rispetto anche per ciò che attiene al florovivaismo. Il segmento zootecnico, pur rappresentando una percentuale minima rispetto agli altri settori, con circa 500 aziende ovicaprine e oltre 2500 imprese per l’allevamento di bovini rappresenta quel settore che maggiormente garantisce la presenza dell’uomo sul territorio e il relativo presidio.

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