Ritornare dopo pochi mesi negli Stati Uniti, addirittura con un programma riservato agli universitari, per approfondire la conoscenza dei meccanismi che regolano la diplomazia, in particolare delle Nazioni Unite: è stata l’impresa di Giulia Fiandanese, studentessa all’ultimo anno del Liceo Classico “Carlo Troya” di Andria, selezionata per il NMUN, la più grande e prestigiosa simulazione Onu che si svolge a New York rivolta agli studenti universitari.
Nella Grande Mela, a due passi da Times Square, più di 5.000 studenti provenienti da 130 paesi del mondo si danno appuntamento ogni anno per confrontare le proprie idee e definire nuove strategie. Durante il Model United Nations, gli studenti si confrontano in lingua inglese con altri coetanei provenienti da altri paesi del mondo, utilizzando le regole di procedura delle Nazioni Unite e affrontando gli stessi temi che i veri ambasciatori discutono all’interno del Palazzo di Vetro ogni giorno. I lavori sono coordinati dallo staff internazionale del NCCA (National Collegiate Conference Association).
«L’esperienza – racconta la giovane – di per sè è stata leggermente più complicata rispetto alla mia prima, non per quanto riguarda il contenuto ma per quanto riguarda la modalità. Nella mia commissione UNDP, united nations development programme, ovvero il programma delle nazioni unite per lo sviluppo, io rappresentavo l’Ecuador, un paese sottosviluppato. I due topics rappresentati erano: “building resilience to shock and crisis” ovvero l’adozione di un sistema di prevenzione per quelle che sono le crisi che un paese può avere. Il secondo era “promoting legal frameworks, to ensure the right to a clean, healthy and sustainable environment” ovvero l’adozione di sistemi legali per garantire un ambiente sano e sostenibile. I topics sono diversi per commissione, comuni a tutti i delegati: solitamente in una delegazione si sta in coppia, per tanto i due topics sono stati divisi. Il primo l’ha sviluppato la mia compagna di commissione, il secondo ovvero quello riguardo l’ambiente l’ho sviluppato io. Logicamente bisogna avere una conoscenza molto ampia di entrambi in quanto in sede di commissione si voterà riguardo quale topic far passare, ovvero la problematica da risolvere che richiede più urgenza». Insomma, una vera palestra per chi voglia cimentarsi con una carriera internazionale: «Consiglio l’esperienza a tutti coloro che sono affascinati da questo mondo, in quanto in alcuni momenti può risultare noioso per chi non è interessato. Certo, conciliarla con lo studio scolastico è stato difficile ma neanche più di tanto, in quanto il corso di preparazione messo a disposizione dall’associazione viene tenuto di sabato e domenica in modo tale da non intaccare gli impegni scolastici degli studenti, quindi è molto fattibile. In ogni caso penso che sia un’esperienza che andrebbe fatta in ogni caso: nel mio gruppo c’erano ragazzi più grandi frequentanti università non attinenti al programma, ciò spiega la valenza del progetto e di quanto quest’ultimo possa conferire un arricchimento molto ampio del proprio bagaglio culturale».