“Giù le mani da Bari”, l’affondo di don Angelo Cassano: «Il criminale è Piantedosi»

L’attacco più duro al governo di centrodestra è preceduto da un momento di silenzio. In quei pochi secondi, dal palco vengono pronunciati i nomi delle vittime di mafia baresi: Michele Fazio, Niccola Ruffo, Gaetano Marchitelli, Luigi Fanelli, Giuseppe Mizzi. Poi arriva il fulmine. «Dobbiamo avere il coraggio di ricordare che quel ministro, Piantedosi, è lui il vero criminale. Lo dico con coraggio».

Ad averlo urlato, dal palco della manifestazione “Giù le mani da Bari”, è stato don Angelo Cassano, referente regionale dell’associazione anti-mafia Libera. Temerario anche l’affondo al trasformismo. «Diamogli un calcio in c**o», ha aggiunto il presbitero. «Da domani, senza perdere tempo, dobbiamo mettere in agenda temi che ci stanno a cuore come la giustizia sociale, la giustizia ambientale, i diritti», ha concluso don Cassano.

Dal palco ha parlato anche Luciano Canfora, storico e filologo barese. «Il ministro (dell’Interno, Matteo Piantedosi, ndr) non ricorda che dopo l’insediamento del cavaliere Benito Mussolini, il primo atto fu sciogliere i consigli comunali socialisti». Quella voluta dal Ministero, ossia l’invio a Bari di una commissione ispettiva per valutare lo scioglimento del Comune dopo l’inchiesta “Codice Interno”, è, per il filologo, «un’operazione boomerang, che si realizzerà in un disastro per chi l’ha inventata».

Immancabile il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha ricordato di aver scelto Decaro come assessore al Traffico, nella sua prima giunta da sindaco di Bari, «per il suo curriculum», e di averlo “promosso” a suo successore «perché era il migliore». «Chi sta cercando di rovinare un lavoro così lungo, così difficile, non sa evidentemente quanto è costato», ha proseguito il governatore. Sulle elezioni amministrative, che vedranno il capoluogo recarsi alle urne a giugno, rivolgendosi agli avversari di centrodestra, il presidente Emiliano ha detto: «Hanno già perso le elezioni e credo che oggi glielo abbiate fatto capire».

Da Roma, è intervenuta anche la segretaria nazionale del Partito democratico. Per la numero uno dei dem, quella di Bari è stata «la migliore risposta possibile, bella e democratica alle strumentalizzazioni della destra. Caro Antonio, siamo con te e con quella Bari che oggi è in piazza e lotta ogni giorno per estirpare le mafie». «Chi pensava di vincere facile usando il manganello e l’olio di ricino contro Bari pagherà il prezzo di un gioco d’azzardo fatto sulla pelle dei baresi», è stato invece il commento dell’ex presidente della Puglia, Nichi Vendola. Che non ha mancato di puntare il dito contro «la legittimazione, progressiva e crescente, del trasformismo», operata «per bulimia del consenso o per paura della sconfitta».

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