Giornata nazionale della lingua madre: le minoranze che fanno grande le terre di Puglia

Oggi è la giornata mondiale della lingua madre, una celebrazione indetta dall’Unesco per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. E di diversità, per fortuna, la Puglia ne ha tanta da offrire. A cominciare dalle tre minoranze linguistiche presenti sul territorio: arbëreshë, griko e franco provenzale.

La prima è molto presente nel tarantino, in particolare a San Marzano di San Giuseppe, dove vive la comunità più grande in Italia; la seconda nel Salento e la terza, la più piccola, in soli due paesi della Daunia, tra la Puglia e la Campania: Celle San Vito e Faeto. La legge italiana non solo tutela le minoranze linguistiche ma ne promuove la l’insegnamento e la salvaguardia delle tradizioni. Le tre pugliesi hanno origine in periodi e per motivi storici differenti. Gli arbëreshë sono in Puglia, ma anche in altre zone del Sud, in particolare in Calabria, dal XV secolo. Da quando, in seguito all’invasione dei turchi nei Balcani, in migliaia fuggirono dall’Albania per trovare rifugio sull’altra sponda dell’Adriatico.
L’antica lingua a San Marzano è ancora viva nel dialetto e nelle tradizioni, anche se “appannata” dopo anni in cui usarla era considerato sbagliato, un impedimento alla diffusione dell’italiano. Non è un caso, d’altronde, che al centro del paese vi sia una statua di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe nazionale albanese. Una comunità che conserva le proprie tradizioni oltre che la lingua, insegnata attraverso corsi specifici.
Ci sono, inoltre, gruppi folcloristici che mantengono viva anche la tradizione musicale. La stessa cosa accade nel Salento, dove il griko, il greco antico, è parlato in nove comuni e da almeno 10 mila persone. La cittadina più grande è Martano. Qui la presenza greca risale addirittura alla Magna Grecia e alla colonizzazione dell’VIII secolo a.c. Non si è trattato solo di una convivenza tra culture differenti ma di una vera e propria compenetrazione che ha arricchito la vita culturale. Nasce in questo contesto, d’altronde, anche la “Notte della Taranta”, l’evento principe dell’estate pugliese che prende spunto proprio dalle sonorità elleniche. Infine la terza minoranza linguistica di Puglia. La meno numerosa ma non per questo meno significativa. Tra i monti Dauni ci sono Faeto e Celle, due paesi dove i dialetti conservano traccia del passaggio francese. Poco più che un ricordo ma sufficiente a lasciare una impronta nella pluralità accogliente della Puglia.

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