L’impennata dei costi di gas ed energia elettrica costerà alle aziende pugliesi quasi 5 miliardi di euro in più rispetto al 2019. È la stima formulata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre sui dati di Terna, Arera, Eurostat e Gme.
Stando ai numeri, infatti, nel 2019 (anno pre-covid) le imprese pugliesi hanno speso in energia 2 miliardi 200 milioni di euro, a fronte di un consumo di quasi 21mila gigawattora. Per l’anno in corso, invece, la stima è di 7 miliardi e 200 milioni di euro. Sfiora i 106 miliardi di euro il costo aggiuntivo su base nazionale.
La Cgia è giunta a questo risultato ipotizzando, per l’anno in corso, gli stessi consumi registrati nell’anno pre-pandemia, applicando però per l’intero 2022 le tariffe medie di luce e gas sostenute in questi ultimi sei mesi.
Un extra costo che tuttavia potrebbe essere addirittura sottostimato. «Se dal prossimo autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l’Europa, è probabile che il prezzo di questa materia prima subirà un’impennata che spingerà il costo medio dell’ultima parte dell’anno ad un livello molto superiore a quello registrato nei primi sei mesi del 2022», commentano gli analisti della Cgia.