A dettare i tempi per la raccolta dell’uva nella Bat non è soltanto la natura ma, da sempre, è anche la criminalità. Con la stagione dell’uva da tavola alle porte, qualcuno ha già dovuto raccogliere, altri lo faranno a breve e la premura è tanta perché si è ripresentato l’atavico problema dei furti che, sommato agli altri del comparto agricolo, rischia di diventare «devastante», denuncia il presidente del Consorzio Uva di Puglia Igp Michele Laporta.
Le richieste d’aiuto
«Hanno cominciato ancor prima che i frutti diventassero maturi per la raccolta – dice – e molti colleghi mi hanno sollecitato un intervento dopo aver subito episodi già da alcuni giorni e in un caso si è anche rischiato grosso, con i ladri che, fuggendo una volta scoperti, hanno rischiato di investire il figlio di un produttore». «Non è accettabile, non possiamo essere lasciati soli», dice Laporta. La situazione non è semplice, gli operatori del settore lamentano «la siccità, manodopera quasi impossibile da trovare, un mercato che finora non ha lanciato grandi segnali positivi, la contrazione dei consumi». «Se poi si aggiungono i furti, il rischio di tracollo è dietro l’angolo», aggiunge Laporta. «Bisogna denunciare, questo lo sappiamo, come sappiamo che in tanti non lo fanno per paura di ritorsioni», aggiunge Laporta.
L’appello
«Lo Stato deve darci una mano. Si dice sempre che l’economia agricola è un pilastro dell’economia regionale e l’uva da tavola è certamente tra le produzioni maggiori. C’è bisogno dunque che questa parte di economia venga tutelata. Va bene annunciare rinforzi e uno sforzo investigativo per prendere i rapinatori dei portavalori, ma l’economia che ogni giorno viene colpita dai predoni delle campagne vale anche di più». Duneuq «maggiore tutela per chi opera nei campi» oppure «non ci sarà da meravigliarsi se altri decideranno di abbandonare i terreni per occuparsi altro, con grave danno non solo per l’economia, ma anche per l’ambiente, il paesaggio e il turismo della nostra regione».