Foggia, omicidio del boss Salvatore Prencipe: eseguiti cinque esami dello stub e perquisizioni

Per far luce sull’omicidio di Salvatore Prencipe, 59enne storico boss della società foggiana, avvenuto ieri sera alla periferia della città, sono stati eseguiti oggi cinque esami dello stub e altrettante perquisizioni a pregiudicati appartenenti alle batterie criminali rivali: quella dei Moretti e quella dei Francavilla. Prencipe era ritenuto esponente di spicco del clan Trisciuoglio- Prencipe-Tolonese.

A quanto si apprende, Prencipe era appena uscito dalla sua abitazione in viale Kennedy, dove viveva con la mamma. Era fermo in auto quando un sicario lo ha raggiunto a piedi e ha sparato due fucilate: la prima si è infranta contro il parabrezza colpendolo al torace, la seconda invece in pieno volto. Subito dopo il killer si è allontanato a bordo di un’auto guidata da un complice. Il veicolo una Fiat Grande Punto data alle fiamme e ritrovata ieri sera stessa in via Sprecacenere, alla periferia di Foggia. Le testimonianze raccolte dagli inquirenti sul posto hanno consentito di ricostruire la dinamica del fatto.

Salvatore Prencipe scampò miracolosamente ad un agguato nel pomeriggio del 21 settembre 1999. L’uomo era fermo davanti ad un bar di Via Fania quando due killer, in sella a una moto, spararono all’impazzata contro Prencipe e e altre due persone. I tre rimasero illesi mentre un proiettile vagante colpì e uccise il pensionato Matteo Di Candia, 62 anni, che in quel momento si trovava nel locale per festeggiare il suo onomastico.

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