Foggia, cannabis terapeutica: niente farmaco per i pazienti cronici

A Foggia mancano nuovamente i farmaci cannabinoidi con i quali si curano diverse malattie: dalla sclerosi multipla al dolore cronico e oncologico. Già a fine luglio le scorte a disposizione dei malati foggiani erano esaurite. e il rifornimento fatto a inizi agosto è già esaurito, segno probabile di una cattiva organizzazione nel riassortimento dei farmaci. Fatto sta che i malati foggiani sono lasciati senza medicinali.

Il caso era già emerso grazie alla denuncia di Andrea Trisciuoglio, attivista e consigliere dell’associazione Luca Coscioni e fondatore di Lapiantiamo, l’associazione che si batte per l’uso terapeutico della cannabis, da anni malato di sclerosi multipla. Trisciuoglio torna a lanciare un appello alle istituzioni affinché si legalizzi la coltivazione e trasformazione della cannabis terapeutica. A fronte delle difficoltà di reperimento del principio attivo necessario (il Thc) che si registrano in Italia, per Trisciuoglio l’unica soluzione è la autocoltivazione e la trasformazione in loco della cannabis terapeutica.

Andrea ha scritto a luglio alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendole di trovare una soluzione, senza avere risposta. «Continuerò a scriverle finché non otterrò risposta», ha dichiarato. Intanto sulla difficile situazione dei malati foggiani è intervenuta Rita Bernardini, militante radicale e presidente di “Nessuno tocchi Caino”. «Da ciò che mi viene riferito – scrive in una nota – diverse Asl non stanno più fornendo i farmaci cannabinoidi con i quali si curano malati affetti da sclerosi multipla, da dolore cronico in particolare neuropatico, da alcune forme di dolore oncologico, da mancanza di appetito, da nausea e vomito che si riconoscono in malati molto avanzati di cancro o Aids, da glaucoma, o da sindrome di Tourette». Rita Bernardini sottolinea come «la reperibilità di tali farmaci è altalenante causa anche il blocco (o l’incapacità?) della produzione dell’Istituto farmaceutico militare di Firenze».

«Fatto sta – prosegue Bernardini – che, proprio in questi giorni, il mio amico di tante battaglie civili Andrea Trisciuoglio, si è rivolto direttamente alla presidente del Consiglio con queste parole: “da circa un ventennio sono malato di sclerosi multipla e curo i sintomi che essa mi provoca con la cannabis che l’ospedale mensilmente mi fornisce. Ma oggi di cannabis non c’è traccia e noi pazienti non possiamo continuare a curarci. Sono fermamente convinto che l’auto produzione rappresenti l’unica soluzione oppure voi onorevoli dovreste riuscire a trovarne un’altra”».

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