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Il fisco soffoca le imprese: Taranto, Brindisi e Lecce tra le più tartassate

In Puglia, le imprese personali lavorano quasi 200 giorni l’anno solo per pagare le tasse. Ma mentre alcune città sembrano non vedere via d’uscita dal peso fiscale, altre - sorprendentemente vicine - rappresentano quasi un’oasi di respiro per chi fa impresa. Rapporto Cna È questo il quadro, per certi versi sconcertante, che emerge dall’ultima edizione…
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In Puglia, le imprese personali lavorano quasi 200 giorni l’anno solo per pagare le tasse. Ma mentre alcune città sembrano non vedere via d’uscita dal peso fiscale, altre – sorprendentemente vicine – rappresentano quasi un’oasi di respiro per chi fa impresa.

Rapporto Cna

È questo il quadro, per certi versi sconcertante, che emerge dall’ultima edizione del rapporto «Comune che vai, fisco che trovi» dell’Osservatorio Cna sulla tassazione delle piccole imprese. Nel 2024, il Total tax rate medio nazionale si è attestato al 52,3%, in leggero calo rispetto al 52,8% dello scorso anno. Tuttavia, i divari territoriali restano abissali, specialmente tra Nord e Sud. Con riferimento alla Puglia, il dato più sorprendente è nel divario che si registra tra la provincia di Barletta-Andria-Trani e gli altri cinque capoluoghi.

Il sud della Puglia non ride: Taranto, Brindisi, Lecce sono in fondo alla classifica. A questi, si aggiunge Foggia.

La graduatoria

Sui 114 comuni italiani monitorati, tutti i capoluoghi pugliesi (esclusi, come detto, quelli della Bat) sono nelle ultime 30 posizioni, con Taranto a un passo dal fondo del baratro fiscale nazionale. Per le imprese locali, ciò significa iniziare a guadagnare «per sé» solo dopo la metà di luglio, a differenza di Bolzano – in vetta alla classifica – dove il cosiddetto Tax free day arriva già a giugno.

A Foggia, per esempio, con un Total tax rate del 54,9%, le imprese lavorano fino al 19 luglio esclusivamente per pagare le tasse. Taranto e Brindisi fanno anche peggio, con un carico fiscale superiore e un Tax free day rispettivamente al 20 e 21 luglio. A confronto, la media italiana è il 9 luglio.

Il miracolo della Bat

Trani è 13esima, Andria 32esima e Barletta 57esima. Secondo la Cna, a incidere non è solo la pressione fiscale statale, ma soprattutto: addizionali Irpef regionali e comunali; Imu su immobili strumentali; Tari; efficienza e qualità dei servizi pubblici locali. Le città dove la gestione dei servizi è meno efficiente (come raccolta rifiuti, manutenzione urbana, semplificazione burocratica) compensano con una fiscalità più pesante.

Un fisco più giusto

In una Puglia che continua a fare i conti con le difficoltà economiche, la mappa del fisco disegnata dalla Cna ci dice una cosa semplice ma fondamentale: dove il fisco è più equo, le imprese hanno più margini per crescere. E dove il peso è eccessivo, non basta parlare di sviluppo: serve un cambio di passo nelle politiche locali.

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