Scudi levati, da Federalberghi Bari-Bat, contro la tassa di soggiorno, il cui regolamento è stato approvato di recente dalla giunta Decaro. La più numerosa associazione di categoria ribadisce il proprio “no” all’imposta, definendola «iniqua e inopportuna» e discriminatoria nei confronti dei quartieri periferici.
Ma riavvolgiamo il nastro. I lavori per il regolamento della tassa di soggiorno sono iniziati poco prima che scoppiasse la pandemia, e hanno ricevuto un’accelerazione negli ultimi mesi, con l’obiettivo, poi frantumatosi, che entrasse in vigore prima dell’estate. Federalberghi è stata coinvolta nei tavoli di lavoro convocati da Palazzo di Città, lasciando ben presto la discussione nel trambusto generale. Secco il no alla nuova imposta, motivato da una parte con la necessità di aumentare le azioni di contrasto alle strutture ricettive extra-alberghiere abusive, dall’altra con la volontà di indire una commissione paritetica perché anche l’associazione di categoria potesse esprimere un giudizio “esecutivo”. Cosa che non è avvenuta.
Il provvedimento, che dovrebbe entrare in vigore a partire da metà luglio, è stato deciso, secondo Federalberghi, senza «nessun confronto reale con il partenariato sociale», e senza «nessuna strategia e pianificazione sul turismo a Bari». «Non è cambiato nulla in città – dichiara l’associazione di categoria – l’abusivismo ricettivo continua a contare almeno l’80% del totale, i servizi per i turisti inesistenti, la precaria situazione dei trasporti rimane immutata, e così via».
In prima linea col contrastare l’imposizione della tassa, il presidente di Federalberghi Bari-Bat Francesco Caizzi, che ha definito il sindaco Antonio Decaro «one show man». «Mi preme ricordare al sindaco Decaro – ha dichiarato Caizzi – che la propaganda e la retorica unilaterale da one man show non è ascrivibile alla categoria del confronto democratico con tutti i player della filiera del turismo cittadino. Chiedo, pertanto, un confronto pubblico franco e aperto». Secondo il numero uno dell’associazione di categoria, la tassa «Discrimina i quartieri della città». «Perché – si domanda Caizzi – per esempio, un turista che sceglie Palese, che conta ben sei alberghi, dovrebbe pagare lo stesso importo di chi alloggia in centro città? Non trova di certo gli stessi servizi del centro».
Sul piede di guerra anche il Consiglio comunale.
Nelle ultime Commissioni, è venuto più fuori il tema della composizione del Comitato d’indirizzo che, così come disciplinato dall’articolo 14 del regolamento, non piace affatto ai componenti dell’Aula Dalfino. I consiglieri, infatti, premono affinché sia espresso esplicitamente che nel comitato entrino a far parte i consiglieri comunali, uno d’opposizione e uno di maggioranza, perché a loro spetta, poi, il compito di approvare il civico bilancio. Pressing anche perché entrino nel comitato i presidenti del cinque Municipi. Insomma, la discussione è appena iniziata e si preannuncia al vetriolo.