Ex Ilva, Urso: «È in gravi difficoltà finanziarie ma lo Stato non può essere un bancomat»

Dopo aver ricevuto più di 850 milioni dal governo Draghi, l’ex Ilva di Taranto, «è in forte difficoltà finanziaria e in grave situazione produttiva». Lo ha detto il ministro del Made in Italy Adolfo Urso durante il question time in Senato.

Il colosso siderurgico italiano, passato ad Acciaierie d’Italia, la controllata della multinazionale Anglo-Indiana ArcelorMittal «ha un peso debitorio di diversi milioni di euro verso diverse imprese fra cui Snam ed Eni», ha detto Urso.

Grave la situazione produttiva, crollata da 10 mln di tonnellate nel 2005 a 3 mln nel 2021. «L’obiettivo del piano industriale era di 6 milioni», ha aggiunto il ministro.

«Lo Stato – ha proseguito Urso – non può essere un bancomat, non può dar soldi senza un chiaro piano industriale che arresti il declino» dell’acciaieria di Taranto.

«Siamo giustamente allarmati, con questi numeri non si va avanti, il destino è segnato» ha detto Urso. Ma ha anche aggiunto «Non accettiamo il declino dell’Ilva, non la nazionalizzeremo, ma bisogna creare subito un piano industriale».

«La situazione dell’Ilva – ha poi concluso il ministro – va inserita in un contesto internazionale difficile per il prezzo dell’acciaio, ma anche per la sfida lanciata dal nostro alleato Usa, messa in campo in poche settimane, sia per il prezzo del gas, che negli Usa è un decimo rispetto al gas europeo, sia per le risorse finanziarie decise dal Congresso che avvantaggiano le imprese Usa, anche quelle della siderurgia. A questa situazione il Governo e l’Ue stanno reagendo» ha affermato citando la Carbon tax che entrerà in vigore «nell’ottobre 2023».

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