Ex Ilva, nuova cassa integrazione ma zero certezze sui tempi. Ugl: «Governo ignora le nostre richieste»

Acciaierie d’Italia, la società misto pubblico-privata che gestisce gli impianti siderurgici dell’ex Ilva, ha chiesto di poter usufruire della nuova cassa integrazione sulla base del nuovo decreto legge sulla Pubblica amministrazione che consente alle aziende ritenute strategiche e con più di mille addetti di proseguire la cassa sino a fine anno se non è stata completata la ristrutturazione.

La comunicazione è arrivata dalla direttrice delle risorse umane del gruppo Virginia Piccirilli durante l’incontro con i sindacati metalmeccanici in sede di task force Lavoro della Regione Puglia. La richiesta inoltrata riguarda un numero massimo di 2500 unità sulle 8200 in organico a Taranto. L’incontro era stato convocato proprio per discutete della procedura di cassa che l’azienda, prima che uscisse il decreto legge, aveva avanzato alla Regione sulla base della legge di Bilancio 2022 che ha modificato, in tema di ammortizzatori sociali, alcuni articoli del Jobs Act. Acciaierie d’Italia ha specificato che la domanda di cassa è stata presentata al ministero del Lavoro ma non ancora autorizzata.

Di conseguenza il tavolo aperto in Regione Puglia non è stato sospeso ma aggiornato all’undici luglio. I sindacati contano che la copertura della nuova cassa sia retroattiva a partire dal 19 giugno, giorno in cui è terminata la cassa straordinaria avviata a fine marzo al ministero del Lavoro anche se con un’intesa accettata solo da alcune sigle sindacali. Il nuovo dl, infatti, parla di «continuità con le tutele già autorizzate» e di durata massima di ulteriori quaranta settimane fruibili fino al 31 dicembre 2023 «al fine di salvaguardare il livello occupazionale e il patrimonio delle competenze dell’azienda».

Delusione dai sindacati che si sentono di nuovo esclusi dal tavolo delle decisioni. In attesa dei passaggi tecnici, Franco Rizzo di Usb sostiene che «non dev’esserci alcun dubbio sul fatto che, nel caso in cui il provvedimento non dovesse essere retroattivo, delle giornate lavorative dei dipendenti deve farsi carico interamente l’azienda». «Il governo glissa sulle richieste dei sindacati» aggiunge Alessandro Dipino, segretario provinciale di Ugl metalmeccanici.

«Siamo al 29 giugno e non vorremmo che il 12 di luglio i lavoratori debbano scoprire sul proprio cedolino paga giornate non retribuite, non essendoci alcuna copertura retributiva, né da parte dell’azienda, né attraverso l’ammortizzatore e, pertanto, serve che i tempi di intervento risultino rapidissimi», aggiunge Dipino. E mentre il cda di Acciaierie d’Italia Holding, presieduto da Franco Bernabè fa sapere di aver approvato all’unanimità bilancio separato e bilancio consolidato di gruppo 2022, sul siderurgico interviene il deputato Pd Ubaldo Pagano.

«Il tempo passa e dal governo arrivano sempre e solo risposte evasive. Nel frattempo migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione, l’azienda è ancora appannaggio di un socio privato che non ha alcun interesse nel piano di transizione e Taranto continua ad essere ostaggio di uno stabilimento siderurgico che porta solo inquinamento e depressione economica. Quando vedremo spendere risorse per la decarbonizzazione?»

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