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Ex Ilva, memorandum segreto col governo: i sindacati chiedono accesso agli atti

«Se esiste un memorandum segreto tra governo e Acciaierie d’Italia tiratelo fuori subito». È questa in sintesi la richiesta firmata dai leader dei sindacati metalmeccanici confederali Roberto Benglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano e, per conoscenza, ai ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo…

«Se esiste un memorandum segreto tra governo e Acciaierie d’Italia tiratelo fuori subito». È questa in sintesi la richiesta firmata dai leader dei sindacati metalmeccanici confederali Roberto Benglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano e, per conoscenza, ai ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Marina Elvira Calderone e Raffaele Fitto e all’ad di Invitalia Bernardo Mattarella.

Una lettera con cui si chiede di avere accesso a tutti gli atti compiuti fino ad oggi inerenti la vertenza ed ogni eventuale trattativa, «ivi compreso l’accordo governo-azienda di marzo 2020 e sue successive modifiche».

L’ipotesi, poco più di un sospetto che circola insistentemente da giorni, riguarda la probabile esistenza di un memorandum già sottoscritto l’undici settembre senza il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti tra la società che gestisce in fitto il più grande gruppo siderurgico europeo, l’ex Ilva e il governo italiano. «Se esiste – scrivono i leader sindacali a Meloni – quel memorandum mina le corrette relazioni istituzionali che a fatica cerchiamo di tessere su una vicenda così complessa, a dispetto di quanto discusso durante l’incontro di venerdì 20 ottobre».

E mentre domani il ministro Urso riferirà alla Camera sugli sviluppi della vicenda, si vocifera che potrebbe annunciare le dimissioni del presidente del gruppo Franco Bernabè, il governo smentisce accordi sottobanco e ha già convocato sindacati entro il 7 novembre per avviare un percorso definitivo sulla risoluzione della vicenda ex Ilva. Fim, Fiom e Uilm sospettano che il governo abbia mentito sull’intesa con Acciaierie d’Italia. «Chiediamo chiarezza – dicono i tre leader sindacali – siamo di fronte ad un fatto di gravità enorme».

C’è poi un’altra grana nel dossier del siderurgico. Per Benaglia, De Palma e Palombella «a conferma della gestione fallimentare dell’attuale governance basta leggere la lettera dell’ad di Invitalia Mattarella inviata al presidente Franco Bernabè e all’amministratore delegato Lucia Morselli (in cui si contestano inadempienze contrattuali tra soci n.d.r.). La situazione appare ogni ora che passa più opaca e purtroppo conferma le nostre preoccupazioni su sicurezza, salute, occupazione, produzione e ambiente». Nel frattempo, non è stata pagata la fornitura di gas entro la scadenza stabilita e si continuano a chiedere ulteriori 320 milioni di euro senza vincoli. «I 20mila lavoratori dell’ex Ilva, i cittadini italiani meritano rispetto e chiarezza sul futuro di questo gruppo industriale, visto che stiamo parlando di risorse pubbliche e di interesse strategico nazionale» concludono i leader dei sindacati. Per Rizzo e Colautti dell’Usb, c’è il rischio che «senza alcuna garanzia occupazionale lo Stato regali ad ArcelorMittal (il socio privato di maggioranza in Acciaierie d’Italia) lo stabilimento e un mucchio di soldi pubblici». E anche la politica si infervora. Per il deputato Pd Ubaldo Pagano il presunto «accordo segreto mette una pietra tombale sul futuro di Taranto.

Da Fitto un nuovo regalo di miliardi al socio privato inadempiente. Se tutto ciò dovesse trovare conferma, ci troveremmo davanti a un fatto serissimo dal quale non potrebbero che derivare enormi responsabilità». E mentre palazzo Chigi difende l’operato del ministro per il Sud, «il suo lavoro su ex Ilva è condiviso e concordato» dicono fonti vicine al governo, anche il deputato di FdI Dario Iaia si schiera con Fitto. «Su ex-Ilva abbiamo ereditato un disastro ed il Pd a livello locale, regionale e nazionale lo sa benissimo, avendo gestito la situazione fino a un anno fa. Loro hanno individuato Mittal come contraente, non accettiamo lezioncine da chi è stato smentito nei fatti e bocciato dai cittadini. Lavoriamo per salvaguardare la fabbrica, i lavoratori e la salute dei tarantini».

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