Ex Ilva, l’arcivescovo di Taranto: «Ingiusto dover scegliere tra lavoro e salute»

«Sono stati e lo sono ancora anni complicati del rapporto di Taranto con lo stabilimento siderurgico. Taranto è sotto un ricatto occupazionale da anni, un’ingiustizia indicibile se si pensa che è chiamata a scegliere fra il lavoro, la salute e l’ambiente». Lo ha detto l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro nell’omelia in occasione della presentazione all’arcidiocesi ionica dell’arcivescovo coadiutore Ciro Miniero.

Minieri è stato nominato da Papa Francesco Vescovo coadiutore di Taranto in affiancamento a monsignor Flippo Santoro, che ne aveva fatto richiesta per l’impegno derivante dal suo incarico di commissario speciale per i Memores Domini di Comunione e Liberazione. Miniero, già Vescovo di Vallo della Lucania, era stato presentato ai tarantini nel corso dei lavori dell’assemblea diocesana svoltasi 25 novembre nella Concattedrale Gran Madre di Dio. Oggi la cerimonia di accoglienza alla presenza delle autorità cittadine.

«Tralascio – ha aggiunto – tutti i cambiamenti di scenari degli ultimi anni, che sembrano farci tornare al punto di partenza. La Chiesa non è stata a guardare, fin dal primo sequestro non abbiamo fatto mancare la voce di denuncia ma anche il tentativo continuo di trovare una soluzione. Abbiamo fatto in modo e credo si sia visto, che l’Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, non sia un problema dei Tarantini ma dell’Italia».

Santoro ha ricordato di aver «chiesto in prima persona che i Ministri fin dal 2012 venissero qui ad incontrare la dura realtà: quanti ne sono passati, quanti ne abbiamo ascoltati. All’inizio spesse volte mi sono chiesto se competesse al mio ruolo di pastore, poi la Laudato si di Papa Francesco mi ha soccorso incoraggiandomi, dando un nome a tutto quello che cercavo di comunicare fuori dalla Città dei Due mari: l’Italia ha un debito ecologico enorme con questa città».

«Non dobbiamo stancarci, specie – ha osservato ancora il vescovo di Taranto – in questo momento di rassegnazione e di stagnazione. Non dobbiamo permettere a nessuno di sottrarre la dignità alla nostra gente. La Settimana Sociale vissuta a Taranto ha acceso la speranza che questa città da un problema diventasse un modello. Lo dobbiamo continuare a sperare. Dobbiamo continuare a consumare la suola delle scarpe, come ho detto a cominciare dal pontificato di Papa Benedetto».

Monsignor Santoro ha affermato inoltre che «Taranto, come tutte le città di mare, è di rara bellezza e potenzialità, se ne fa una narrazione spesso ingenerosa che la confina nei suoi problemi e cerca di offuscare lo sguardo della speranza. In questi anni gli sforzi sono stati quelli di rendere giustizia a questa terra soprattutto restituendole il diritto al futuro e alla guarigione».

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