Ex Ilva, il ministro Urso accende l’altoforno 1: scoppia la polemica a Taranto

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Riparte, con tanto di festa inaugurale, Afo1 fermo dall’agosto 2023. La cerimonia di accensione nell’ex Ilva è prevista nel pomeriggio di oggi alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e dei commissari straordinari. Uno dei cinque altiforni dell’ex Ilva dunque riprende vita, di questi cinque Afo4 è attualmente attivo, Afo1 viene riacceso per consentire la continuità produttiva in attesa della ripartenza di Afo2 prevista tra qualche mese. Afo3 è stato smantellato (è rimasto solo il pavimento) e Afo5, il più grande altoforno al mondo, è spento dal 2015. Questa l’attuale mappa delle attività all’interno della grande fabbrica d’acciaio per la quale non c’è ancora un nuovo proprietario né un piano industriale.

Le polemiche

Ma le polemiche non mancano, tra sindacati e mondo politico. «No all’accelerazione di vendita in fase di attuazione del piano di ripartenza» precisa Francesco Brigati, segretario generale della Fiom Cgil di Taranto che rammenta «è dal 2017 che chiediamo i forni elettrici. Adesso è necessario che si avvii il piano di ripartenza e successivamente si passi alla vendita. Non è pensabile che avvenga il contrario. Inoltre la scienza ci deve dire quale sarebbe l’impatto ambientale, quali eventuali benefici e quali le ricadute inquinanti».
Brigati ritiene che l’accensione di oggi non deve meravigliare nessuno «il riavvio di Afo1 era già inserito nel piano di ripartenza presentato dai commissari straordinari dopo la fase post Mittal, pertanto nulla di diverso da quanto era previsto. L’unica meraviglia è che – prosegue Brigati – il Governo ha deciso di accelerare la vendita degli stabilimenti di Acciaieria d’Italia in amministrazione straordinaria. Riteniamo che bisognerebbe garantire una presenza pubblica al fine di consentire il processo di transizione ecologica che non può essere messo nelle mani di una multinazionale».

Il lavoro

«La ripartenza di Afo1 è positiva nell’ottica di un minor impatto sul ricorso alla cassa integrazione a fronte di una maggiore produttività» dichiara Valerio D’Alò segretario nazionale Fim Cisl che prosegue «speriamo che questa riaccensione possa significare il ritorno al lavoro di quei lavoratori che oggi sono a casa e ponga la fabbrica in una condizione migliore all’arrivo del nuovo acquirente».

L’attivazione

L’altoforno 1 resterà attivo sino al prossimo febbraio e a marzo sarà nuovamente spento per far ripartire Afo2 che una volta stabilizzato permetterà il rifacimento del crogiolo di Afo1.

Intanto Rinaldo Melucci sindaco e presidente della Provincia di Taranto ha annunciato ai commissari straordinari la sua assenza alla cerimonia perché non c’è nulla da festeggiare, lo si potrà fare solo quando si passerà ai forni elettrici. «Oggi riparte un altoforno a carbone che calpesta anni di promesse e battaglie» commenta Anna Filippetti segretaria provinciale del Pd ionico «il partito democratico non partecipa al party richiesto dal ministro Urso perché l’unica festa si potrà fare solo quando all’ex Ilva sarà garantita una decarbonizzazione vera che garantisca cittadini e lavoratori e si ascolteranno gli allarmi lanciati da Ispra e Arpa. La strada giusta è la decarbonizzazione non una festicciola davanti ad un altoforno che riparte a carbone».

E dal Pd a firma di Mattia Giorno è partita la richiesta al ministro di annullare la visita e al centrodestra ionico di prendere una posizione in merito al futuro della fabbrica.

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