Il governo accelera sul piano di rinascita dell’ex Ilva dopo che la società che gestiva gli impianti, Acciaierie d’Italia, di cui lo Stato era socio di minoranza, è finita in amministrazione straordinaria. Oggi il ministro delle Imprese Adolfo Urso, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ed il commissari straordinari del siderurgico illustreranno il piano industriale ai sindacati (c’è l’ok della Commissione Ue al prestito ponte da 150 milioni di euro n.d.r.) e domani invece ci sarà il confronto col ministero del Lavoro sulla richiesta di cassa integrazione per 5400 operai. E sempre Urso ha annunciato che entro fine mese sarà avviato l’iter per trovare un nuovo partner privato, dopo il divorzio da ArcelorMittal, l’ex socio di maggioranza.
L’annuncio
«Il processo di rinascita della siderurgia italiana passa dal rilancio degli stabilimenti ex Ilva», dice Urso, secondo il quale «il piano di ripristino degli impianti sta avendo successo. L’intenzione è di avere già in autunno due altoforni in funzione a Taranto per poi salire a tre il prossimo anno, per arrivare nel 2025 a 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno».
I potenziali soci
Sono almeno sei i player internazionali che finora hanno manifestato interesse a diventare soci nella gestione degli impianti. «Anche nelle prossime ore incontreremo aziende che hanno chiesto di visionare gli impianti per poi eventualmente fare la loro proposta. Coloro che visitano gli impianti rimangono sorpresi del processo di ambientalizzazione che è stato avviato», dice Urso.
Il futuro della fabbrica
Gli fa eco Davide Tabarelli, uno dei commissari di Acciaierie d’Italia. «Stiamo lavorando a ritmo serrato, il ministro e il governo stanno accelerando, la cosa positiva in maniera unita, e ci sono tante manifestazioni d’interesse». Per Tabarelli manca poco per completare il processo di ambientalizzazione e «chi entrerà avrà le sue strategie rispettando anche quello che vogliono la Regione e il Comune».
Turco chiede rispetto
E se per Urso l’ex Ilva è «il sito siderurgico più sostenibile sul piano della tecnologia ambientale nell’intera Europa», per il vice presidente del M5S, il senatore tarantino Mario Turco, «i tarantini meritano rispetto. Non basta trovare un acquirente qualsiasi e andare avanti con il ciclo a carbone come niente fosse: questa non è una soluzione. È necessario ora più che mai un cambio radicale di paradigma, per evitare altri danni all’ambiente e alla salute dei cittadini».