Lavori di ristrutturazione per 143mila euro effettuati dalla Regione Puglia nel plesso ex Ciapi nel 2021, ma a distanza di un anno lo stesso edificio viene dichiarato inagibile e da evacuare. Perché risanare solo una parte di una struttura pericolante a distanza di soli dodici mesi? La vicenda è kafkiana se si pensa che fra pochi giorni 230 dipendenti finiranno per strada a causa dell’ordine di sgombero stabilito da una ditta esterna che per conto della Regione sta verificando la tenuta sismica e statica di tutti gli immobili del patrimonio pugliese.
In base alle verifiche l’edificio ex Ciapi, nella zona industriale, a pochi metri dalla fabbrica di mascherine, è stato ritenuto inagibile e a rischio crollo. Ma come mai nel 2021 nessuno s’è accordo delle crepe sui muri ed è stata autorizzata una maxi-ristrutturazione al primo piano, sede dell’Assessorato alla Formazione professionale? Un’operazione certosina, a regola d’arte, con la sostituzione di pavimenti, la realizzazione di tramezzature, la costruzione di bagni con l’acquisto di mobili e persino di quadri. Lavori quantificati in 168mila euro, ma poi affidati con ribasso per 143mila evitando la gara pubblica in quanto l’ammontare era inferiore ai 210mila di soglia da codice degli appalti. A gestire le procedure fu l’ex capo della Protezione civile Mario Lerario, poi arrestato per corruzione a dicembre 2021 pochi giorni dopo l’ultimazione del cantiere nell’ex Ciapi.
Scavando nella trafila dell’epoca emerge un’altra clamorosa sorpresa. La ditta a cui sono state affidate le opere è a tutti gli effetti un fantasma, non ha un numero di telefono, una mail istituzionale e nemmeno un citofono all’indirizzo (nel centro di Bari) indicato su internet come sede legale. Si tratta della Impecos srl che sempre sulla rete risulta costituita nel 2019 con un utile schizzato del 306% nel 2021, ma con zero dipendenti. Andando a verificare le informazioni presenti in rete con le carte ufficiali presentate alla Camera di Commercio, nel registro delle imprese la Impecos risulta in attività, ma in realtà come testa di legno, società satellite di una grossa azienda di Taranto. Il proprietario di Impecos è un cittadino originario e residente ad Acquaviva delle Fonti e nel 2021 ha dichiarato un utile di 6.486 euro. Troppe circostanze strane che hanno indotto l’opposizione regionale, col capogruppo Francesco Ventola di Fratelli d’Italia, alla convocazione d’urgenza della Commissione Bilancio per il 30 gennaio con l’audizione dei dirigenti e dell’assessore competente.