Estate a ritmo lento in Puglia: niente “abbuffata” di turisti

L’estate della ripresa? Con l’amaro in bocca per gli operatori turistici. Stabilimenti balneari, alberghi, B&B, ristoranti, tutti erano pronti alla grande “abbuffata”, ossia al tutto pieno grazie all’arrivo a frotte di turisti. C’è bisogno di ossigeno nel comparto turistico, il più falcidiato dalla pandemia e ora stressato dall’aumento dei prezzi, ma anche dalla diffusa circolazione della Sars-CoV-2 che sta comportando un rallentamento delle prenotazioni e anche un certo numero di disdette che nel Salento, ad esempio, si attesta attorno ad un meno 15 per cento. Quel che è certo? Le presenze in Puglia, al momento, si attestano attorno al 73 per cento rispetto al dato del 2019 (anno boom per il turismo pugliese) e hanno lasciato una buona fetta di disponibilità nelle attività ricettive.

Stagione lenta, insomma. E Francesco Caizzi, presidente regionale di Federalberghi, punta il dito sulle politiche regionali troppo deboli nell’affrontare la crisi del settore. «Abbiamo avuta qualche disdetta per il Covid, ma non incide sui flussi turistici che stanno rallentando. C’è anche quello, ma è una percentuale minima anche se nel Salento stimano un calo delle prenotazioni del 15, 20 per cento. In generale, in Puglia, il sistema regge, quello che più ci preoccupa è che da parte di Puglia promozione non ci siano delle analisi, degli indicatori che dovrebbero essere elaborati da un osservatorio. L’Osservatorio, insieme alle associazioni, dovrebbe fare il punto della situazione. In assenza di ciò, quando arriva la buriana ci si trova impreparati. Oggi questo è evidente. Tutti pensavano che avremmo fatto un estate boom, in realtà non ci sono i tassi di crescita attesi».

In realtà Puglia promozione uno studio l’ha fatto, ma – per l’appunto – indirizza a scenari rassicuranti che non si sono pienamente concretizzati. Il report di Puglia promozione è della scorsa primavera e prende in esame il biennio della pandemia dando rassicurazioni su un trend sostanzialmente buono, quando, invece, la realtà dei fatti racconta altro.

«La Puglia turistica giunge al termine dei due anni di pandemia con risultati soddisfacenti. Nel 2021 si sono registrati 3,3 milioni di arrivi e 13,8 milioni di presenze con una variazione rispetto al 2019 del meno 22 per cento e del meno 10 per cento (921.600 arrivi e 1.565.000 presenze in meno). Il trend in atto consente di ipotizzare la ripresa della crescita degli anni precedenti entro il 2023, al di là di nuovi scossoni congiunturali (crisi Ucraina, recrudescenza del virus e nuove varianti, ecc.)».

La vera ripresa, dunque, si dovrebbe avere nel 2023, ma le variabili che Puglia promozione pone come paletto alla crescita sono tante e molto complesse.

Secondo il monitoraggio condotto sui due anni segnati dalla pandemia «a contenere le perdite sono stati, nella circostanza pandemica, l’alta stagionalità e un grado d’internazionalizzazione dei flussi ancora da consolidare. Il turismo domestico e nazionale, in ripresa nei mesi estivi, ha consentito di compensare le perdite derivanti dai mesi di lockdown e dalla contrazione del turismo business e internazionale (-48% gli arrivi e -40% le presenze dal 2019 al 2021)».

Secondo Puglia promozione, nell’estate 2021 il trend è stato ancora più positivo che nel 2019, anno record. Da luglio a settembre, arrivi e presenze sono aumentati del 5,7 per cento e del 7,5 per cento rispetto all’estate pre-pandemia, trainati dai flussi nazionali che hanno registrato un più 14,7 per cento e un più 13,6 per cento. Ma le casse del comparto turismo non traboccano.

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