Esposto all’amianto: maxi risarcimento per gli eredi di un dipendente della base militare di Taranto

La moglie e le figlie di un uomo di 50 anni, dipendente civile del ministero della Difesa morto nel 2011 a causa di un adenocarcinoma polmonare, dovranno essere risarcite di 815mila euro.

È quanto ha disposto il giudice monocratico del tribunale di Lecce, Viviana Mele.

La vittima aveva lavorato nella base militare di Taranto a bordo dei cosiddetti pontoni e delle cisterne impiegate per il trasporto di acqua o di gasolio, nonché in tutte le altre attività attinenti la navigazione. Durante il corso della sua attività lavorativa era stato esposto a polveri, vernici epossidiche, solventi, oli combustibili, polveri metalliche, fumi di combustione dei motori e ad amianto.

La moglie e le figlie si rivolsero all’Anmil per avviare un’azione giudiziaria. Dopo due pronunce favorevoli dei giudici che avevano riconosciuto alla vedova la rendita ai superstiti erogata dall’Inail e il danno differenziale jure hereditario pagato dal ministero della Difesa, il tribunale di Lecce ora ha sancito anche il diritto ad ottenere il risarcimento da perdita del rapporto parentale.

«Dopo anni di udienze – commenta Emidio Deandri, vicepresidente nazionale Anmil – questa esemplare sentenza rende finalmente giustizia a un lavoratore che ha contratto sul posto di lavoro una terribile patologia. Peccato che lui, ucciso dalla malattia in giovane età, poco più di 50 anni, oggi non sia qui tra noi per gioirne insieme alla moglie e alle figlie. Soprattutto questa sentenza, grazie alla professionalità degli Avvocati Maria Luigia Tritto e Cataldo Tarricone, vede riconoscere anche il diritto ad ottenere il risarcimento da perdita del rapporto parentale. È vero, sono 815mila euro, ma non c’è somma che possa risarcire una famiglia della perdita del proprio marito e padre».

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