Sono numeri non entusiasmanti quelli registrati dalle strutture ricettive cittadine durante le vacanze natalizie, che trovano conferma anche durante questo lungo ponte dell’Epifania. Alberghi e Bed and Breakfast hanno registrato una flessione importante, con le strutture che ad oggi superano a mala pena il 30% delle prenotazioni. E il dato non migliora nonostante i tanti arrivi last-minute. «Ci aspettavamo che queste giornate non sarebbero state entusiasmanti dal punto di vista turistico – spiega Giovanna Castrovilli, presidente dell’associazione Extralberghiero Terra di Bari – una scarsa adesione che ha confermato il calo iniziato a fine novembre. Non raggiungiamo il 30% delle prenotazioni».
Il grido di allarme delle associazioni che operano nel settore era stato lanciato diversi mesi fa, quando le presenze erano cominciate a calare dopo il boom registrato nei mesi di settembre e di ottobre e che aveva fatto ben sperare nella prospettiva di una destagionalizzazione dei flussi tanto invocata ma che non sembra essere riuscita. «Abbiamo avuto una flessione importante rispetto alle prospettive di questa estate, benché ci sia stato un tempo splendido non abbiamo registrato un exploit – spiega Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia – a soffrire maggiormente sono state ovviamente le zone più periferiche della città, dove non ci sono stati grandi eventi a richiamare i turisti». E la mancanza di una programmazione veramente attrattiva durante tutto il periodo delle festività natalizie ha trovato conferma nel picco di prenotazioni del solo 31 dicembre, quando in città si è svolto il concertone di Capodanno con artisti conosciuti a livello nazionale. «Abbiamo avuto un’impennata solo per la sera del 31 dicembre – spiega sempre Giovanna Castrovilli – con le prenotazioni soprattutto dei ragazzi che sono venuti in città per il concerto di fine anno organizzato, devo dire con velocità e precisione, dal Comune dopo l’addio di Canale 5 per non lasciare Bari scoperta».
Ad incidere sulle basse prenotazioni è la tipologia di soggiorno scelta dai turisti, che preferiscono periodi di permanenza brevi, anche solo di un giorno per una gita fuori porta. «Ci sono molti italiani e pochi stranieri – spiega ancora Castrovilli – ma soprattutto persone che arrivano per qualche escursione e si concentrano più sulla provincia che a Bari, dove ci sono sì eventi culturali ma le persone cercano altri tipi di esperienze. C’è bisogno di più comunicazione e sinergie per rendere la città più attrattiva anche nella stagione invernale». Una destagionalizzazione fallita anche per il presidente di Federalberghi. «Bari resta una città prevalentemente di mare legata al turismo estivo – aggiunge Francesco Caizzi – e bisogna anche considerare che dopo tre anni hanno riaperto gli stabilimenti in montagna, facendo registrare spesso il tutto esaurito. Occorre lavorare per non disperdere il patrimonio di turisti estivi e puntare realmente sulla destagionalizzazione con dei prodotti che vanno studiati e analizzati e con delle campagne di promozione mirate sia regionali che cittadine».
Ultimo nodo che per le associazioni potrebbe incidere negativamente su attrattività del capoluogo e prenotazioni è la prossima introduzione in città della tassa di soggiorno. «È una tassa che dovrebbe incidere sui servizi ai turisti – conclude Caizzi – noi rimaniamo contrari e porteremo le nostre perplessità nelle sedi di discussione opportune».