È ufficiale: la Puglia è la prima regione d’Italia ad avere una legge contro l’transomofobia. La norma, approvata dal Consiglio regionale nei giorni scorsi e promulgata dal governatore Michele Emiliano, entra in vigore oggi con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale.
Cosa prevede la legge?
La legge punta a garantire pari opportunità e trattamento alle persone in base al loro orientamento sessuale, identità di genere e caratteristiche sessuali.
Tra i punti chiave il contrasto a discriminazioni e violenze con la Regione che si impegna a prevenire e contrastare ogni forma di discriminazione o violenza basata sull’orientamento sessuale, identità di genere o caratteristiche sessuali; la promozione della cultura della non discriminazione attraverso il rispetto e l’inclusione per far sì che tutti possano sentirsi liberi di essere se stessi; la promozione delle pari opportunità nel lavoro senza discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, identità di genere o caratteristiche sessuali; la promozione dell’assistenza e del sostegno alle persone vittime di discriminazione o violenza per il loro orientamento sessuale, identità di genere o caratteristiche sessuali.
Un passo avanti importante
L’approvazione di questa legge rappresenta un passo avanti importante nella lotta contro le discriminazioni e per la tutela dei diritti delle persone Lgbtq+ in Puglia e ha diverse implicazioni concrete per la vita dei cittadini pugliesi Lgbtq+.
Emiliano: «La Puglia tutela le differenze»
«Con la promulgazione di questa legge – afferma il presidente Michele Emiliano – la Puglia si pone tra le Regioni progressiste che tutelano le differenze, che contrastano le discriminazioni e che si impegnano a costruire una società più consapevole e giusta. Abbiamo uno strumento normativo che afferma un principio indiscutibile, e cioè che le discriminazioni basate sulle caratteristiche di sesso, orientamento sessuale e identità di genere non possono trovare spazio nella nostra comunità».
La legge regionale, evidenzia Emiliano, «prevede l’adozione di una serie di interventi educativi, culturali, socio-assistenziali e di politiche per il lavoro che mirano a prevenire e contrastare queste forme di ingiustizia, ribadendo l’uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini», conclude.