Arrivati a Bari stamattina, gli agricoltori partiti da Brindisi e che hanno percorso la strada statale 16 con circa 70 trattatori, hanno incontrato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore regionale all’agricoltura, Donato Pentassuglia, e la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone.
Da giorni, gli agricoltori sono in protesta contro le politiche comunitarie. Tra le loro richieste ci sono la defiscalizzazione contributiva e previdenziale, la difesa del made in Italy e, in particolare in Puglia, chiedono l’azzeramento della burocrazia e la nomina di un commissario per velocizzare gli espianti degli ulivi colpiti da Xylella e gli impianti di nuovi alberi.
Gli agricoltori che stanno manifestando sono, per la maggior parte, autonomi e non sono rappresentati dalle organizzazioni agricole. Aspetto che Emiliano ha tenuto a chiarire evidenziando che «con gli altri agricoltori c’è un meccanismo di consultazione permanente molto complesso, che però evidentemente non soddisfa tutti. Abbiamo avviato una discussione senza pregiudicare il ruolo delle organizzazioni agricole, preziosissime perché i corpi intermedi facilitano il lavoro, spiegano le cose, preparano istruttorie, svolgono un lavoro molto importante».
Come presidente della Regione, Emiliano ha sottolineato che «è mio dovere parlare anche con chi spontaneamente ha chiesto di interloquire. I problemi sono gli stessi, sono soprattutto dovuti alle incongruenze del mondo agricolo che è in gran parte finanziato dall’Unione europea, ma che vive delle assurdità».
Per quanto riguarda le rivendicazioni degli agricoltori, il governatore pugliese ha affermato: «Noi imponiamo regole agli agricoltori europei, diciamo loro di non usare i pesticidi o di non mettere determinati preparati per favorire la produzione, poi succede che nei porti italiani ed europei arrivi il grano di un altro Paese nel quale grano non sappiamo cosa ci sia dentro. E gli agricoltori si irritano, perché è una concorrenza sleale dovuta non tanto a un dolo da parte di chi prende decisioni del genere, ma anche alla mancanza di controlli. Ci sono incongruenze e questa gente è stanca, e purtroppo succede che non riescono a reggere e falliscono. Quando un agricoltore fallisce, va via una vita, non solo un’impresa. È un fallimento ancor più duro da accettare perchè vanno via generazioni, storie importanti e bisogna stare loro vicini e far riprendere fiducia anche nell’associazionismo e nella relazione con le istituzioni».
Sulla questione della richiesta di un tavolo di trattativa con la Regione da parte dei movimenti, il presidente Emiliano ha risposto che «tavolo non è la parola giusta. Chi ha una organizzazione agricola dice che i tavoli con il presidente della Regione li fanno loro. Io però devo cercare di parlare anche con i movimenti spontanei e incontrarli, cosicché anche questa parte non organizzata abbia il suo ascolto come qualunque altro cittadino. È una questione molto delicata, perchè non devo mancare di rispetto a chi dalla mattina alla sera organizza il mondo agricolo, né posso dire ad una persona che non si sente rappresentata che non voglio parlargli. Posso dire che questi sono i momenti più difficili del mio lavoro».
Per l’assessore Donato Pentassuglia, «è stato un confronto civile e serio sui temi, puntualizzando le diverse questioni, chiamandole per nome e cognome, andando al merito e distinguendo le diverse impostazioni non solo di merito ma di norme, tra europee e regionali, dimostrando che stiamo sul pezzo, che stiamo lavorando seriamente tra le difficoltà della stagionalità e sui temi dell’agricoltura che sono tanti e vastissimi. Non ci sottraiamo sicuramente: abbiamo bisogno di includere la volontà di tutti e di far emergere sempre più la Puglia della produzione. Il lavoro con le organizzazioni agricole va avanti, con tutti quanti, perché siamo tutti impegnati a fare del nostro meglio».