Cinghiali, la Regione in soccorso ai Comuni lucani: 200mila euro per le trappole

Duecento mila euro sono a disposizione dei Comuni della Basilicata per l’acquisto di trappole (“PigBrig”, chiusini, gabbie) di ultima generazione destinate alla cattura dei cinghiali, diventati un serio problema per i centri urbani dove la presenza degli animali rappresenta un rischio per la salute pubblica e l’incolumità dei cittadini.

Gli enti locali hanno tempo fino al 10 dicembre per chiedere i contributi regionali. «Con un’assegnazione di punteggi molto semplici – ha spiegato l’assessore regionale alle Politiche agricole, Alessandro Galella in una conferenza stampa – riteniamo già a gennaio di poter dare la possibilità ai Comuni di dotarsi delle gabbie. Per decenni i cinghiali si sono riprodotti nelle nostre aree protette, numerosissime sul nostro territorio. L’Ispra calcola che oggi in Basilicata sono presenti circa 100.000 cinghiali. Numeri impressionanti, come in nessuna altra regione d’Italia. Per fare un confronto, in Valle d’Aosta sono presenti circa 1500 esemplari».

Beneficiari dell’avviso della Regione sono i Comuni, ad eccezione di quelli che ricadono integralmente negli enti Parco. Sono finanziabili anche l’istallazione di temporanei sistemi di cattura e il foraggiamento attrattivo, per un contributo fino a un massimo di tremila euro. Un punteggio maggiore sarà concesso alle amministrazioni che confinano con le aree protette. Si tiene conto anche dell’incidenza dei sinistri stradali e dell’ampiezza della superficie amministrata.

«La Basilicata ha condizioni straordinarie – ha continuato Galella – per le quali dobbiamo mettere in campo soluzioni straordinarie. Stiamo lavorando con i selecontrollori anche all’interno dei parchi per cercare di diminuire il più possibile il numero dei cinghiali. A breve, riteniamo per metà dicembre, ripubblicheremo il bando per la creazione della filiera del cinghiale, con incentivi per i cacciatori, che segue l’intero processo della lavorazione della carne del cinghiale, dal conferimento alla trasformazione, fino alla creazione di un logo che possa rendere il prodotto sempre più conosciuto e richiesto. È un intervento importante, da circa tre milioni di euro, che è stato ritardato per le restrizioni dovute alla peste suina e per adeguarlo alle nuove regole del Codice degli appalti. Saremo l’unica Regione d’Italia a fare una gara del genere, a offrire opportunità per trasformare un problema in una risorsa».

Tra le altre iniziative, l’assessore ha ricordato i contributi, pari a 100 mila euro (20 mila euro per ogni Ambito territoriale di caccia) finalizzati all’acquisto di celle frigorifere, necessarie soprattutto nel periodo estivo per dare la possibilità ai cacciatori di conservare la carne, e i fondi per le aree dove per la peste suina ci sono limitazioni all’autoconsumo.

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